Giornata di informazione sulla malattia di Parkinson:una ricerca per affrontarla
PERUGIA - Anche quest’anno LIMPE e DISMOV-SIN, che dal 2010 hanno unito le forze, sia sul piano della ricerca, sia su quello della comunicazione, organizzano insieme la IV Giornata dell’informazione sulla Malattia di Parkinson, un importante appuntamento per i cittadini: presso circa 100 Strutture ospedaliere italiane, esperti neurologi saranno a disposizione per dare informazioni sulla patologia; per conoscere le sedi più vicine è possibile visitare il sito www.giornataparkinson.it o chiamare il Numero Verde 800 14 96 26.
La Giornata della Malattia di Parkinson nasce per diffondere la conoscenza sulla malattia. Una recente indagine dell’Eurisko ha evidenziato che il 78% dei parenti di pazienti parkinsoniani non conosce i sintomi della malattia e l’87% di loro non aveva minimamente pensato al Parkinson prima della diagnosi. A volte l’esordio può avvenire in modo subdolo: minore espressività del volto, cambiamenti della voce o del modo di esprimersi, riduzione della capacità di eseguire compiti complessi o più attività nello stesso momento. Soltanto una conoscenza dei sintomi può portare a una diagnosi precoce.
“La ricerca sulla Malattia di Parkinson sta conoscendo un nuovo impulso – ha dichiarato il Professor Giovanni Abbruzzese, Presidente LIMPE, illustrando il progetto delle cadute e possa aiutare quei pazienti che si trovano nella fase intermedio-avanzata della malattia e cominciano a presentare evidenti difficoltà di deambulazione e disturbi dell’equilibrio, con elevata frequenza del rischio di cadere. Il nostro obiettivo è quello di riuscire a identificare i fattori predittivi delle cadute, allo scopo di individuare interventi preventivi o trattamenti riabilitativi specifici per garantire così al paziente e ai suoi caregiver una miglior qualità di vita”.
Il PROGETTO DI PREVENZIONE DELLE CADUTE prevede il reclutamento di circa 1000 pazienti. Non esistono ad oggi farmaci o sostanze in grado di prevenire la Malattia di Parkinson. Ma qualunque terapia protettiva passa attraverso l’identificazione di biomarcatori associabili al rischio e alla progressione della Malattia di Parkinson.“I biomarcatori – sottolinea il Professor Paolo Barone, presidente della DISMOV-SIN – potrebbero rappresentare la svolta definitiva nella lotta al Parkinson, perché consentono di prevedere, diagnosticare e monitorare la malattia, ma anche di determinare quali cure possono funzionare e quali no. Oggi, senza dati concreti come un biomarcatore, è molto difficile dimostrare se una terapia candidata sia in grado o meno di rallentare il decorso della malattia rispetto al semplice trattamento sintomatico, ma in futuro, grazie alla loro identificazione, potremo stabilire obiettivi molto più precisi delle sperimentazioni cliniche per i trattamenti”.
La ricerca internazionale punta all’identificazione di biomarcatori come nello studio denominato Parkinson’s Progression Markers Initiative (Ppmi) finanziato dalla Michael J.Fox Foundation che sarà condotto in 23 centri negli Stati Uniti e in Europa. In Italia sarà guidato dal Cemand (Centro per le malattie neurodegenerative dell’Università di Salerno) e coordinato dal Professor Paolo Barone.
La terapia farmacologica attuale si basa su molecole che aumentano i livelli di dopamina cerebrale o che si sostituiscono alla dopamina mancante; in alcuni casi, in seguito al trattamento farmacologico, si sono verificati effetti indesiderati con conseguenze legate a disturbi comportamentali, quali sindrome del gioco d’azzardo, shopping compulsivo, ipersessualità e iperbulimia. Questi comportamenti, che si manifestano soprattutto in soggetti già predisposti, possono comunque essere tenuti sotto controllo grazie ad un attento monitoraggio del trattamento.
Nel corso di questa IV giornata viene sottolineata, in particolare, la condizione della donna che, sebbene colpita dalla Malattia di Parkinson in misura minore rispetto all’uomo, ha una maggior probabilità di sviluppare complicanze, compresi i disturbi depressivi .Le persone colpite dalla Malattia di Parkinson in Italia sono oltre 200 mila, di cui 50 mila con parkinsonismi. I sintomi sono difficili da interpretare e nella maggior parte dei casi si manifestano oltre i 60 anni di età, anche se nel 10% dei casi compaiono prima dei 40 anni.

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