Elio Clero Bertoldi

TODI - Il diavolo servito in tutte le salse, così come era visto, valutato e considerato nel Medioevo. Per quattro giorni, da domani, domenica, a Todi si parlerà di "lui" (il termine diavolo deriva dal latino diabolus, calunniatore). Oltre venti i relatori che affronteranno questa tematica che interessa certo gli storici, ma anche i demologi (demonio viene dal greco daimon, dove però nell'età classica aveva un altra valenza), i cristiani e gli amanti dell'arte (per le molte immagini e sculture del maligno, proposte nell'arco dei secoli). D'altro canto l'esistenza di Satana e dei demoni, nel cattolicesimo, è stata riaffermata dalla Congregazione per la dottrina della fede nel 1975 e, undici anni più tardi, da Giovanni Paolo II.

Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia, tratta ampiamente di questo tema, da "Caron dimonio" fino a Bafometto e a tanti altri, senza contare il testo dei testi: il Malleus maleficarum.

Tuttavia i relatori di questo convegno - organizzato da Cisbam Accademia Tudertina e dal professor Enrico Menescò, accademico dei Lincei - scenderanno ancora più nel profondo e nel dettaglio, affrontando il tema da diverse ottiche: quella filosofica, quella teologica, quella letteraria, quella iconografica.

Grande attesa per la relazione di apertura affidata a Tullio Gregory che tratterà del "Il diavolo in Occidente". Ma interessanti anche tutte le altre relazioni, spalmate su quattro giornate di lavori, che racconteranno come l'uomo medievale vedesse la dimensione carnale e materiale del "maligno". Verranno illustrati anche dipinti e statue che mostrano le immagini orrifiche (dal latino "horriphicus") del diavolo. Il quale è presente in molte culture e in epoche diverse dagli assiri, agli egiziani, dagli etruschi agli ebrei, fino ai mazdeisti iranici (Ahriman), tanto per citarne alcune.

Condividi