La recensione di QUEBRANTOS. Storie dell'esilio argentino in Italia
Quebrantos. Storie dell'esilio argentino in Italia (Nova Delphi) . Quebrantos (in spagnolo “crepe”, “squarci”) è una raccolta di microstorie, un mosaico di testimonianze di ex-militanti esiliati in Italia durante i primi anni dell’ultima dittatura militare argentina. Dodici storie - inizialmente destinate alla realizzazione di uno sceneggiato televisivo RAI, mai portato a termine - raccolte e verbalizzate tra il ’78 e il ’79. Una pluralità di voci non filtrate dall’inganno del tempo (alcune di queste utilizzate come testimonianze nei processi contro i responsabili del genocidio), sapientemente incasellate da Delia Ana Fanego in una narrazione autentica e sensibile, attenta al tema dell’esilio e della memoria collettiva come antidoto all'oblio.
L'estratto
Quebrantos vuol dire crepe, squarci. Sono quelli che tutto il Sudamerica ha dovuto sopportare per lunghi decenni a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Guerre civili più o meno striscianti contro dittature e colpi di Stato che hanno via via trasformato il “cono sud” fino a farlo diventare uno degli esempi più lampanti di atrocità e negazione dei più elementari diritti umani. Parliamo dei desaparecidos, 35mila nella sola Argentina, dei prigionieri per reati politici, di quelli ammazzati nelle caserme dell’esercito e della polizia, o semplicemente abbattuti nel corso delle manifestazioni. Centinaia di migliaia di morti che hanno segnato la storia del Sudamerica a cui l’Occidente non è certo estraneo. Eppure si fa fatica a rintracciare quelle “crepe” nel pensiero e nella cultura che ci riguardano più da vicino. E questo perchè stupidamente si continua a credere che quella storia non ci appartenga.
“Quebrantos. Storie dell’esilio argentino in Italia” (Nova Delphi, pp 222, 14 euro) nasce paradossalmente proprio da questo processo di rimozione. Il libro contiene infatti alcune testimonianze di esuli dall’Argentina che avrebbero dovuto essere divulgate attraverso una trasmissione televisiva prodotta dalla Rai. Venne avviata la raccolta del materiale ma alla fine il “girato” rimase nei cassetti dell’azienda. Non è difficile immaginare il perché.
All’epoca la Chiesa cattolica era direttamente invischiata, come emerge da alcuni racconti, nelle torture; e pezzi di gerarchia vaticana sostenevano le dittature a tutte le latitudini. Basti pensare al viaggio di Giovanni Paolo Secondo in Cile. Come scriveranno gli storici più tardi, tra cui alcuni di stampo religioso, lo scambio tra Cia e Vaticano fu molto chiaro: anticomunismo contro teologia della liberazione. Da una parte i preti garantirono la copertura alla Cia, dall’altra la Cia dava una mano a far fuori i religiosi più vicini alle idee rivoluzionarie. L'interesse comune era quello di non avere fastidi nel proprio giardino di casa. Fino a quando il "giardino di casa" però non diventò l'intera e Europa fino al Caucaso e alla Siberia. E ancora, vogliamo parlare del ruolo della Massoneria, oppure dei fascisti italiani sguinzagliati in Sudamerica dopo essere stati protagonisti della stagione stragista qui da noi?
“Quebrantos” rappresenta quindi un prezioso viaggio nella nostra memoria. Un ritorno a quella storia che abbiamo abbandonato in fretta e senza capire bene cosa fosse successo. Abbiamo superficialmente archiviato tutto passando alla “Seconda Repubblica” salvo poi accorgerci di aver combinato un bel pastrocchio.
Nova Delphi ha avuto tanto fiuto quindi nel portare alla luce questo materiale che al di là dell’enorme dramma umano che contiene ci costringe a riflettere. Colpisce un dato comune in tutte le testimonianze: la solitudine patita una volta “tornati” in Italia. L’Italia veniva scelta proprio per le radici dei protagonisti, figli, nipoti o fratelli di emigranti italiani. Eppure questo dato non ha il benché minimo peso nelle loro vite. Non lo ha perché una volta messo piede da noi sono costretti a fare i conti con l’indifferenza. Dal punto di vista documentario, “Quebrantos” ha un valore assoluto perché parla in presa diretta di fatti quasi contemporanei al contesto nel quale sono stati raccolti dalla viva voce dei protagonisti. Questo dà una forza in più alla narrazione e ci costringe, se proprio tentiamo di chiuderci le orecchie e gli occhi, a una doppia operazione di seppellimento.
Quebrantos.
Storie dell'esilio argentino in Italia
a cura di Delia Ana Fanego
Nova Delphi prologo di Juan Gelman
collana Viento del Sur – saggistica
pagine: 230
euro 14,00
Fonte: Libri&Conflitti di controlacrisi.org

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