Navigazione difficile per i libri, le cui vendite sono calate nei primi nove mesi dell’anno dell’8,7% a valore e del 7,3% a copie: togliendo i pochi best seller  il calo scende ancora, rispettivamente al 9,7 e all’8,5. Difficile non solo pei libri: in un anno – solo a Perugia - hanno chiuso due librerie, altre sono in crisi per la legge contro gli sconti sui libri e le biblioteche pubbliche  - penalizzate dai tagli draconiani di risorse finanziarie ed umane, che non sono più considerate ‘servizi essenziali’ – si vedono costrette a osteggiare il volontariato e a combattere contro la normativa sul federalismo che – lo dice l’AIB locale - cancellerebbe di fatto la cultura dalle mansioni fondamentali degli enti territoriali.

Eppure, malgrado questo mare agitato, qualche zattera riesce ad approdare in alcuni porticcioli dell’Umbria: lo testimonia  un libro in uscita a breve ove è documentato per filo e per segno il lavoro silenzioso e gratuito che giovani e non, italiani e non, colti e non, nativi e non hanno svolto da un lato per salvare i libri destinati al macero e dall’altro per ridare vita e fiducia ai castelli, villaggi e vocaboli umbri con incontri, eventi, seminari, giochi, invenzioni. "Zattere nel mar d’Umbria  - la piccola storia delle biblioteche dei libri salvati", è stato scritto da Giuseppe Bearzi, uno dei protagonisti di quest’impresa realizzata da INTRA, l’associazione di promozione sociale che da cinque anni sta attuando questa utopia. Lo ha edito Cesvol, il Centro Servizi per il Volontariato di Perugia.

"Zattere nel mar d’Umbria" narra in modo fedele la piccola storia civile, culturale e sociale di zattere rabberciate alla bell’e meglio con quanto è donato; di zattere (biblioteche) che navigano in un mare diffidente e insidioso; di un viaggio impostato a Panicale, iniziato a San Savino del Lago e poi via via concretizzato tra San Giustino a Nord, Alviano a Sud, Bettona ad Est e Allerona ad Ovest.
E’ una storia civile, culturale e sociale, perché costruita con i libri che la civiltà dei consumi aliena. Con questi ‘mattoni’ realizza – in collaborazione con Comuni, Scuole, Proloco ed Associazioni locali - tante “biblioteche tematiche e multilingue dei libri salvati”, ove il tema è scelto dai residenti in funzione del loro genius loci: usi, costumi, tradizioni, interessi. I libri raccolti sono ormai quasi 40mila, le “biblioteche” – aperte o in procinto di esserlo –  una quarantina, i centri di raccolta e smistamento cinque. La raccolta dei libri e l’apertura di nuove “biblioteche” si sviluppano ormai con progressione quasi geometrica.

Pare incredibile che proprio mentre si privano i piccoli abitati di scuole, negozi, presidi sanitari e di pubblica sicurezza, mezzi di trasporto etc., qualcuno apra i battenti anche nei piccoli, bellissimi e spesso trascurati castelli, villaggi e vocaboli d’Umbria. Il merito ed il pregio di tutto ciò stanno nel fatto che, intorno alle  “biblioteche tematiche”, fioriscono eventi d’ogni genere, s’intrecciano rapporti non solo con le altre “biblioteche” della rete INTRA, ma – grazie a Internet - con varie parti del pianeta.
In questa testimonianza senza peli sulla penna il lettore potrà scoprire i fatti talvolta straordinari delle “biblioteche” INTRA, gestite da volontari che si ritrovano tra le mani libri anche di due secoli fa, monografie di valore, pagine sconosciute.

A Bettona, ad esempio, dove la “biblioteca dei libri salvati” è dedicata a Lingue e Letterature del Mondo (gli  idiomi diversi superano la dozzina), lo scrittore olandese Hans Franse ha scoperto un libro in frisone, la lingua del Fryslân, la regione a Nord Est dei Paesi Bassi: a suo dire è probabilmente l’unico libro in questa lingua perduta esistente in Italia.
Ad Allerona, dove INTRA ha collocato la “biblioteca” che fu dell’umbro Pino Tagliazucchi (era già migrata in Toscana) e che oggi conta oltre cinquemila  libri di Storia Contemporanea, ci sono rari documenti sul Vietnam d’interesse storico.
Se vorrà, infine, il lettore potrà scoprire che con questi ‘mattoni’ i responsabili di molte “biblioteche dei libri salvati” stanno costruendo – per i piccoli luoghi dell’Umbria Minore ove sono presenti – un futuro di fatti ed eventi culturali concreti, capaci di richiamare intellettuali e pubblico.

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