Perugia. Itis Volta primo in Umbria ad accogliere pratica didattica "CLIL"
Ad un giorno dall’inizio dell’anno scolastico, la campanella dell’Istituto tecnico tecnologico “Alessandro Volta” di Perugia ha suonato per 56 educatori del territorio. Gli insegnanti, infatti, sono tornati sui banchi, martedì 11 settembre, per un incontro con la docente inglese Diana Hicks, esperta nella pratica didattica del Clic (Content and language integrated learning). Metodologia che prevede l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera e che l’istituto perugino, diretto da Rita Coccia, ha accolto per primo in Umbria.
“Il metodo didattico Clil – ha spiegato il dirigente scolastico Rita Coccia – è previsto da un quadro normativo delineato dalla riforma della scuola secondaria di secondo grado. Questo progetto, di durata biennale, per noi parte oggi e prevederà dei corsi a supporto dei docenti per il potenziamento della lingua inglese. Ci siamo già orientati verso il Centro territoriale per l’educazione degli adulti, al quale chiederemo di fare dei corsi per i nostri insegnanti, fino alla relativa certificazione della loro competenza”.
Nel corso dell’appuntamento, la docente Diana Hicks ha messo in luce tutte le caratteristiche del metodo Clil, ponendo un forte accento sui necessari cambiamenti da apportare all’attuale metodologia d’insegnamento. Dal punto di vista più pratico, infatti, i docenti che abbracciano il Clil, alla stregua dei propri allievi, sono chiamati a cambiare la propria consapevolezza delle due lingue (quella straniera e quella madre), modificare le modalità di esercitazione e le strategie di valutazione. Inoltre, è stato approfondito il tema dell’importanza di costituire dei rapporti di collegialità fra insegnanti e di collaborazione con i genitori, che pure si faranno sostenitori del nuovo metodo di apprendimento per i propri figli.
“Il più grande vantaggio – ha spiegato Diana Hicks - è quello di avere una possibilità, per gli studenti e per gli insegnanti, di riflettere sulla propria didattica. Il focus è sul ‘come si insegna’, mentre l’apprendimento della lingua straniera viene solo in un secondo momento. Uno degli aspetti più caratteristici è, inoltre, il ‘cooperative learning’, il fatto cioè che gli studenti imparano insieme, lavorando in collaborazione. Così facendo acquisiscono una maggiore consapevolezza della lingua. Non soltanto dell’inglese, in questo caso, ma anche della propria lingua madre”.
Un obiettivo finale spiegato dalla Hicks, nel corso dell’incontro, attraverso il disegno di un triangolo sui cui tre lati sono stati posti, rispettivamente, contenuti, lingua straniera e lingua madre. Per un risultato che non significherà, dunque, soltanto apprendimento di una materia specifica o miglioramento della conoscenza delle due lingue in questione, ma innovazione in direzione di un assetto didattico integrato, che dia pari valore ai tre ingredienti e, di conseguenza, ai tre obiettivi specifici.

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