Vino/ Da domenica sarà aperto al pubblico il “Carapace” di Arnaldo Pomodoro
BEVAGNA - Sarà aperta al pubblico da domenica prossima il “Carapace”, cantina sulle colline vicino Bevagna realizzata da Arnaldo Pomodoro per la Tenuta Castelbuono della famiglia Lunelli. '”La terremo aperta - ha spiegato Alessandro Lunelli, che si occuperà dei rapporti con il territorio per la Tenuta - dal martedì alla domenica, anche nel fine settimana quindi, per consentire a più gente possibile di visitare questa vera e propria opera d'arte”.
Un luogo nuovo, come è stato definito nel corso della presentazione di oggi, perché “qui l'originale dialogo fra arte, vino e natura contribuisce alla valorizzazione di quello straordinario vitigno che è il Sagrantino”. Una struttura che sfida il confine tra architettura e scultura e che “non condiziona e non limita il nostro principale obiettivo che è quello della produzione di vino” ha sottolineato poi Marcello Lunelli, presidente della Tenuta Castelbuono, composta di 30 ettari e che tocca anche il comune di Montefalco.
“In virtù di una vecchia e solida amicizia con Arnaldo Pomodoro - ha proseguito - insieme alla mia famiglia gli abbiamo proposto di realizzare questa nuova cantina in Umbria, ed il maestro, grande amante tra l'altro del Sagrantino, ha accettato con entusiasmo”.
La cantina si presenta come una grande cupola ricoperta di rame, incisa esternamente da crepe che ricordano i solchi della terra, ed internamente dai segni che sono l'inconfondibile cifra stilistica del grande artista contemporaneo. Progettata in due piani, ha in quello inferiore lo spazio della cosiddetta “barricaia”, ed inoltre una grande vetrata che circonda le pareti consente di ammirare il paesaggio a 360 gradi.
Pomodoro ha sottolineato di avere avuto, “quasi come in una visione”, l'idea di una forma che ricorda la tartaruga, “simbolo di stabilità e longevità, che con il suo carapace rappresenta l'unione fra cielo e terra”. “Io sono uno sculture - ha spiegato ancora - e questo progetto è stato per me un'esperienza completamente nuova, perché ho dovuto realizzare un'opera che fosse allo stesso tempo architettonica e sculturale”. “Il mio intervento - ha detto ancora Pomodoro - non doveva turbare la dolcezza di queste colline dove protagonisti sono i vigneti, anzi doveva integrarsi perfettamente con l'ambiente e così penso di esserci riuscito”.
Inoltre, un elemento scultoreo a forma di dardo di colore rosso che si conficca nel terreno sottolinea l'opera nel paesaggio. Una “freccia” che per Pomodoro “svetta con valore di riferimento per chi si avvicina alla cantina e, al tempo stesso, rappresenta l'attività dell'uomo e il legame con la terra”.
Come ha poi ricordato Marcello Lunelli, la Tenuta Castelbuono “si iscrive nel progetto della famiglia di costituire un gruppo dell'eccellenza del bere”. “Siamo rimasti folgorati dall'Umbria - ha sottolineato il presidente della Tenuta - e dopo oltre 100 anni di lavoro in Trentino con le Cantine Ferrari abbiamo scelto di venire anche qui, ad impegnarci in questa terra straordinaria”.
Affascinati “da una terra antica e mistica come l'Umbria e da un vino di grande potenza e longevità come il Sagrantino”, i Lunelli hanno acquisito i terreni nel 2001 con i primi sforzi che sono stati rivolti ai vigneti, con nuovi impianti e la valorizzazione di quelli esistenti, ora tutti in conversione al biologico. Nel 2003 ha visto la luce il Sagrantino, a cui ha fatto seguito l'anno successivo la produzione del Montefalco rosso.




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