PERUGIA – “Le città nella città” sarà il tema della quarta edizione di Festarch, festival internazionale di architettura organizzato dalla rivista Abitare, che si svolge per la seconda volta a Perugia. Da domani a domenica la manifestazione, di cui è direttore Stefano Boeri, proporrà un dibattito a più voci e trasversale su dinamiche e patologie della città, ed in particolare sui luoghi urbani che nascono all'interno delle città come sistemi sociali ed economici chiusi, sospesi tra la condizione di autosufficienza e l'esclusione sociale e spaziale.

Ogni anno, ogni mese - in sostanza di questo si occuperà quest'anno Festarch - molte nuove città nascono nel grembo della città consolidata: slums, favelas, townships, e poi distretti sanitari, tecnologici e culturali, interi quartieri che si depositano dopo i grandi eventi, new town. Ma anche infrastrutture perimetrali come stazioni, aeroporti, parcheggi, aree militari, recinti commerciali. Un fenomeno che riguarda San Paolo e Roma, Mumbai e Mosca, Pechino e Nairobi: gli insediamenti informali si diramano a livello planetario, capillarmente su tutto il territorio urbanizzato.

Dopo anni di ostentata indifferenza, come spiegano gli organizzatori, uno degli obiettivi di Festarch 2012 è di individuare soluzioni formali e politiche che facilitino il riassorbimento di queste cellule autogestite all'interno del tessuto urbano.

A discutere di questi temi Festarch ha chiamato una giovane generazione di architetti, ma non solo. Una caratteristica del festival infatti è il confronto interdisciplinare che coinvolge anche sociologi, scrittori e poeti, amministratori pubblici fotografi, giornalisti designer, con l'intenzione di allestire un dialogo che sia in grado di catturare l'attenzione dei cittadini su temi apparentemente teorici ma in realtà con concreti effetti sui modelli di vita.

L'anno scorso Festarch ha registrato, tra Perugia e Assisi, oltre 60 mila presenze in circa 165 incontri e 6 workshop.
 

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