(di Paolo Petroni) (ANSA) - SPOLETO - Investire in cultura rende economicamente dalle tre alle sette volte, oltre che in crescita culturale e sociale, afferma Fabrizio Bracco, assessore alla cultura della Regione Umbria e Vincenzo Cerami, suo collega del Comune di Spoleto, aggiunge: “siamo motivati dall'illusione che le nuove idee possano vincere sulla crisi”. Nasce grazie a queste idee, ed è stato annunciato con un convegno sulla valorizzazione dei territori con la cultura, “La Mama Spoleto Open - Fringe event” con un centinaio di appuntamenti (30 giugno - 15 settembre), rassegna sostenuta dal Comune e nel programma ufficiale del Festival dei due Mondi, come il primo, storico Fringe è scaturito dal Festival di Edimburgo fin dall'immediato dopoguerra ed è stato istituzionalizzato nel 1958.

Per presentare l'iniziativa, che in sordina e autonomamente aveva già preso forma negli ultimi tre anni sotto l'insegna di “Rossobastardo live”, e per ribadire i rapporti di scambio e collaborazione è arrivata a Spoleto Kath Mainland, direttrice del Fringe Edinburgh, che l'anno scorso ha avuto 1,9 milioni di spettatori, oltre 42 mila performance, con la partecipazione di 22.417 artisti di 19 paesi, e Annake Jansen, direttrice di Fringe Amsterdam, nato sette anni fa e già diventato più grande del Festival Nazionale di Teatro olandese di cui è figlio.

Un Fringe festival offre spazi, comunicazione, servizi (a cominciare da quelli di box office) a tutti gli artisti o le compagnie che si propongono, libere di fare quel che vogliono, pagando una quota e sperando negli incassi. Naturalmente si tratta dello spazio più ricco, aperto ai giovani e all'innovazione, a ogni genere di performance, dal teatro classico al cabaret, nelle locazioni più impreviste, da un palcoscenico normale a (come è accaduto) l'interno di un ascensore o una passeggiata in bicicletta.

Il Fringe di Spoleto, che con rappresentazioni, stages e residenze si allargherà ben oltre i giorni del Festival e, in futuro, anche in Regione (che già lo sostiene con un contributo), al primo bando internazionale ha ricevuto trecento risposte. Tra queste ne sono state selezionate 90 provenienti non solo dall'Italia, ma da tutto il mondo, dalla Siberia agli Usa, dalla Colombia alla Svizzera con la partecipazione di circa 300 artisti che si esibiranno al cantiere Oberdan, un ex convento appena riaperto dal Comune, nel chiostro di S. Niccolò e la storica Sala Frau e per strade e piazze, mentre avranno come punto di incontro l'Osteria Rossobastardo.

Corsi internazionali di alta formazione si terranno al La Mama Umbria International, fondato nel 1990 da Ellen Stuart. Il Balletto di Spoleto curerà invece “SpoletoLab/ReteDanza”, circuito tra giovani compagnie italiane dotate di un proprio spazio performativo. Ma il fiore all'occhiello del Fringe saranno le residenze artistiche, tra cui quella del regista Palma d'oro Neil La Bute su testi di Marco Calvani, che ha realizzato lo spettacolo ufficiale del Festival di Spoleto “Roba di questo mondo” con Andrea Ferreol.

In residenza saranno anche il coreografo Usa Stephan Koplowitz con John King, storico musicista di Merce Cunningham, per creare performance in occasione della replica di Sculture in città a 50 anni dalla prima; il colombiano Fernando Franco, l'iraniano Afshin Vardjastandi, la compagnia Monk Parrot, per citarne alcuni.

“La Mama Spoleto Open” vuole coniugare il suo radicamento sul territorio con una vocazione internazionale e diviene una porta per gli artisti nuovi del sud dell'Europa e del Mediterraneo, per raccontarci il mondo che sta cambiando e coinvolgere i più giovani, come hanno sottolineato Cerami e il sindaco Daniele Benedetti.
 

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