Camera di Commercio Perugia: l’industria culturale è leva del turismo
PERUGIA – “L'industria culturale è in grado - e già lo sta facendo - di dare un forte impulso al settore turismo. Anzi ne è il fattore di crescita e sviluppo più forte e rilevante soprattutto in una regione come la nostra che ha nei valori culturali il fondamento del suo stesso essere”: è quanto ha sottolineato Giorgio Mencaroni, presidente Camera di commercio di Perugia nel corso di un forum sul tema “L'Industria culturale, leva del turismo in Umbria”, che si e' svolto oggi a Perugia, per iniziativa della Rivista dello stesso ente camerale, “Obiettivo Impresa”.
Sono intervenuti, fra gli altri, Bruno Bracalente, presidente della Fondazione Perugiassisi 2019, Fabrizio Bracco, assessore alla Cultura e turismo della Regione Umbria, Stefania Giannini, rettore dell'Universita' per stranieri di Perugia, e Eugenio Guarducci, patron di Eurochocolate. Ha moderato il dibattito il giornalista Federico Fioravanti.
L'Italia - è stato detto - ha il più grande patrimonio culturale del mondo, ma, come è altrettanto noto, non riesce a valorizzarlo. In Gran Bretagna il ritorno commerciale della cultura è più del doppio dell'Italia, visto che la cultura genera direttamente un Pil di 78 miliardi di euro, il 3,8% del totale, e da lavoro a 850 mila persone.
In Italia queste cifre devono essere ridotte della metà: 36 i miliardi prodotti dalla cultura - dunque meno della metà - e 470 mila gli occupati. Ancor più impietoso il confronto con la Francia (81 miliardi di Pil Cultura con una incidenza del 3,4%) e con la Germania che ricava dalla cultura 70 miliardi con addirittura 1 milione di occupati.
Per quanto riguarda i volumi prodotti dall'Industria della Cultura nel suo complesso, il valore che sale a 68 miliardi di euro (4,9% del Pil) e quasi 1 milione e mezzo di persone occupate (il 5% del totale).
“Una nostra ricerca - ha spiegato Bracalente - ha riguardato la valutazione di impatto economico di un insieme di eventi realizzati a Perugia nel 2008: la mostra del Pinturicchio, l'edizione estiva di Umbria Jazz e la mostra della Fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia 'Da Corot a Picasso, da Fattori a De Pisis'. L'analisi aveva per oggetto il ritorno economico di queste attività, anche mettendole a confronto col gli investimenti o contributi alla realizzazione di questi eventi, da parte delle Istituzioni pubbliche e private. Il risultato è stato che le tre manifestazioni avevano prodotto in un anno circa 11 milioni di reddito, che è quello che, sempre in un anno, produce una impresa di 400-500 dipendenti.
Questa è la dimensione economica dell'impatto degli eventi considerati, con un ritorno di 1 a 3 (ogni euro investito 3 di ritorno) per Umbria Jazz, che però è una manifestazione che si concentra in dieci giorni, e di 1 a 7, per la Mostra del Pinturicchio, che ha invece avuto una lunga e prolungata durata”.
“Da notare - ha spiegato ancora - che la stessa ricerca ci ha permesso di appurare che per la mostra del Pinturicchio il 40% dei visitatori erano di fuori regione e che sono venuti a Perugia non prevalentemente per visitare la mostra, ma per l'attrattiva che offre la città nel suo complesso”. “Dobbiamo lavorare - ha osservato - per rafforzare questo insieme di attività per rendere l'effetto economico anche di questi eventi più forte”.
L'assessore Bracco - prosegue la nota - ha ricordato che all'ultima Bit di Milano il 64 per cento dei visitatori dello stand Umbria ha dichiarato che si interessavano alla regione per il patrimonio storico artistico e le sue città e borghi, il rimanente si divideva fra turismo religioso, turismo delle manifestazioni culturali e turismo enogastronomico. “L'insieme, e la visione unitaria - ha sottolineato - è l'aspetto fondamentale. Dobbiamo essere capaci di organizzare prodotti turistici e in questa direzione stanno andando le politiche della Regione. Abbiamo abbandonato le politiche fatte per prodotto, cioè la via di Francesco, il turismo culturale, il turismo congressuale, il turismo religioso, il turismo attivo, per arrivare a proporre un prodotto trasversale, che impegni gli operatori da San Giustino ad Amelia o da Castiglione del lago a Norcia, in un unicum riconducibile alla Regione intera”.




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