TERNI - E' stata esposta questa mattina nel Museo civico archeologico di Terni, dopo un restauro totale, la cosiddetta tomba 26, scoperta nel 1909 nella necropoli delle acciaierie e conosciuta anche come la sepoltura di Sabino e Serapia, la coppia di fidanzati legati alla tradizione di San Valentino.

Intorno alla tomba si e' infatti sviluppata la credenza che i due scheletri contenuti all'interno, stretti l'uno all'altro e chiaramente disposti contemporaneamente, fossero dei due innamorati - un legionario romano e una giovane cristiana ternana - protagonisti di una leggenda legata al Santo.

“In realtà - ha spiegato il soprintendente per i beni archeologici dell'Umbria, Mario Pagano - in base agli studi fatti gli scheletri non solo sono riconducibili a due persone che hanno meno di 11 anni, ma risalgono alla seconda metà del VIII secolo avanti Cristo, quindi un periodo ben diverso da quello in cui è vissuto San Valentino. Uno dei due scheletri, inoltre, appartiene sicuramente a una donna, mentre l'altro è ancora in dubbio”.

Nonostante la leggenda venga quindi smentita, la tomba, secondo il sovrintendente, “rappresenta comunque uno dei recuperi più notevoli degli scavi delle acciaierie, visti anche il corredo gli ornamenti recuperati insieme ai due scheletri e tenuto conto del fatto che è l'unica doppia deposizione ritrovata finora nel territorio, oltre che la più antica”.

Dopo il ritrovamento all'inizio del secolo scorso il sarcofago è rimasto dimenticato nei depositi della ex biblioteca comunale, subendo notevoli danni, fino a quando due anni fa il Comune di Terni, grazie ad un finanziamento di circa 10mila euro concesso dalla Fondazione Carit, ha deciso di restaurarlo. Nel corso del restauro, che non ha consentito la conservazione del terreno di scavo, gli scheletri, ricomposti, sono stati oggetto di uno studio archeologico e antropologico accurato. Ora la tomba sarà visibile al pubblico nel Museo archeologico nella sezione dedicata alla protostoria.
 

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