Cittadinanza/Emozione a Foligno per lo spettacoli degli allievi del "Piermarini"
Emozionati, determinati ed entusiasti! Lo sono stati gli studenti della prima e della seconda E dell’Istituto Comprensivo “Giuseppe Piermarini” che si sono esibiti giovedì sera, 26 aprile, presso la sede della propria scuola in Via Arti e Mestieri di Foligno.
Grande è stata la partecipazione da parte dei genitori e dei cittadini per lo spettacolo conclusivo di un percorso avviato da FELCOS Umbria, partner del progetto europeo AMITIE, per accrescere la consapevolezza della cittadinanza, partendo dalle giovani generazioni, sulle questioni legate allo sviluppo e all’integrazione sociale. A dirigere i giovani attori Roberto Biselli, direttore del Teatro si Sacco, che ha sottolineato: "Per quest’esperimento di laboratorio teatrale AMITIE come strumento di fusione tra ragazzi di scuola media provenienti da radici storiche-culturali diverse, mi è sembrato interessante utilizzare il racconto Colombre -uno dei testi di Dino Buzzati più conosciuto e frequentato- che proprio nell'aspetto della parabola trova la sua collocazione, ponendosi come ponte ideale fra le misteriose fantasie dell'infanzia e le tensioni inespresse dell'età adulta".
Joseph Flagiello, presidente FELCOS Umbria e assessore del Comune di Foligno per lo sviluppo del Territorio, Economia legata al territorio e Cooperazione Internazionale ha illustrato gli obiettivi del Fondo degli Enti Locali per la Cooperazione e lo Sviluppo in sinergia con il progetto AMITIE e Rita Zampolini, assessore del Comune di Foligno per i rapporti con le scuole dell'obbligo, secondarie superiori e universitarie ha riconfermato l’impegno del comune per la sensibilizzazione dei ragazzi in materia di eguaglianza sociale. La dirigente scolastica Rosa Smacchi ha evidenziato come il progetto di AMITIE sia stato sposato da docenti e alunni raggiungendo in breve tempo un traguardo ed un risultato inimmaginati.
La metafora sottesa al racconto porta il lettore ad inquadrare la strana vicenda di Stefano Roi, il protagonista, in una possibile esperienza di percezione della propria vita come luogo d’incontro con un'altra parte di sé, quella, volutamente o involontariamente, non riconosciuta. Ognuno può incontrare il proprio angelo o il proprio diverso da sé, ma deve poi saperlo riconoscere, come deve saper riconoscere la propria volontà e non cadere vittima di pregiudizi e preconcetti, spesso capaci di portarci alla conclusione della nostra esistenza tormentati da rimorsi e rimpianti.
Il Colombre, l'orrendo mostro fuggito, ma desiderato per tutta una vita da Stefano Roi, diviene il segno tangibile di un'impossibilità, quella “parte sconosciuta” che ognuno porta con sé e con la quale è necessario fare i conti per attraversare realmente la propria esperienza di vita, piuttosto che vivere a metà o, peggio ancora, ai margini.
L'incontro col Colombre è l'incontro con il desiderio e la possibilità, ma anche con la volontà e l'integrazione senza le quali ogni esperienza mancata rischia di trasformarsi in sentimento del vuoto e annullamento di sé: è insomma l'invito sottile, ma potente allo stesso tempo, a rimanere anime vigili e fresche anche attraverso il passaggio degli anni, capaci sempre di meravigliarsi e stupirsi nell'incontro con "l'altro".
Abbiamo intervistato gli studenti protagonisti. Come è stata per voi questa esperienza?
Nicolò ha raccontato: “E’ stata una straordinaria opportunità che non capita tutti i giorni. Ho capito che non si deve scappare da quello che si vede”.Mattia, invece, ci ha tenuto a dire: “Per me il teatro è un’esperienza molto bella e serve per esprimersi in modo chiaro”. Anche Denise ha risposto: “E’ stato bello scoprire cose nuove, esprimersi e aprirsi verso gli altri”. E quando abbiamo domandato loro quali fossero gli insegnamenti ricevuti, Mattia ha evidenziato: “Ho imparato che non bisogna avere pregiudizi, il pregiudizio è quando giudichi una persona che pensi che sia cattiva e poi, quando ci parli, invece, scopri che è buona”.
Interessanti anche le considerazioni dei giovani studenti circa il Colombre. Per Carlo Alberto è un mostro che cambia di persona in persona e che perciò non ci si deve far ingannare dall’apparenza; per Edoardo è un miraggio che capita una sola volta nella vita; per un altro studente è un mostro immaginario che non esiste e nella sua vita non ci sarà mai.
Floriana Lenti

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