PARIGI - Grandi mostre, un patrimonio culturale importante e festival di musica, danza e teatro internazionali: l'Umbria sbarca all'ambasciata d'Italia di Parigi per promuovere la sua stagione culturale estiva e i prodotti enogastronomici della regione. Presenti, tra gli altri, l'ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri, l'assessore alla cultura e al turismo dell'Umbria, Fabrizio Bracco, l'amministratore unico della ApT Umbria (l'Agenzia di promozione turistica) e ex sindaco di Orvieto, Stefano Cimicchi, e il presidente e direttore artistico del Festival dei due mondi di Spoleto, Giuliano Ferrara.

“L'Umbria è una terra che produce cultura - ha detto all'ANSA Bracco -. Vogliamo promuovere un turismo diverso da quello dei grandi circuiti, legato alla fruizione degli eventi culturali e del patrimonio artistico. La nostra regione è ricca di storia, patrimonio ed eventi”.

Tra gli appuntamenti più attesi c'è la grande retrospettiva dedicata a Luca Signorelli (Cortona 1450-1523), uno dei più importanti maestri del Rinascimento, a cui non è stata dedicata una rassegna monografica in Italia dal lontano 1953.

Tra gli artisti del Rinascimento Signorelli è forse il più importante e il meno conosciuto: l'Umbria accoglie dal 21 aprile la più' grande mostra monografica mai dedicata al pittore toscano, nato a Cortona nel 1450 e attivo nell'Italia centrale dal 1470 al 1523. In esposizione ci sono 140 opere, di cui 66 del maestro, con prestiti internazionali, dal Met di New York al British Museum di Londra, suddivise in tre sedi espositive: a Perugia nella Galleria nazionale dell'Umbria, a Orvieto nel Duomo e nel Museo dell'Opera oltre che nella Chiesa dei Santi Apostoli e infine a Città di Castello nella Pinacoteca comunale.

La mostra è promossa dal ministero per i Beni e le attività culturali e curata da Fabio De Chirico, Vittoria Garibaldi, Tom Henry e Francesco Federico Mancini. “E' solo la quarta monografica dedicata alle opere di Signorelli - spiega all'ANSA Tom Henry, a margine della presentazione all'ambasciata d'Italia a Parigi -: la prima si tenne a Londra nel 1893, poi ce ne fu una a Firenze nel 1953, quindi un'altra a Londra nel 1998”. E aggiunge: “Qualche storico dell'arte ha definito il Signorelli come il meno conosciuto tra i più importanti artisti del Rinascimento. Bisogna ricordare che Michelangelo si ispirò ai suoi affreschi del ciclo del giudizio universale nel Duomo di Orvieto per il giudizio della Cappella Sistina”.

Nella sede della Galleria nazionale dell'Umbria a Perugia, prosegue Henry, sarà illustrata l'intera carriera artistica di Luca Signorelli “in cinque sezioni”, a partire dalla sua formazione, come allievo di Piero della Francesca di cui è in mostra la Madonna di Senigallia, un prestito della Galleria nazionale delle Marche. Quindi l'incontro con il Verrocchio e la sua collaborazione con Pietro Vannucci a Roma nella realizzazione di un ciclo di affreschi nella Cappella Sistina.

Forse fu proprio la conoscenza con il “divin pittore” Perugino a farlo arrivare a Perugia, dove nel 1484 gli fu commissionata la pala di Sant'Onofrio, oggi conservata nel museo del capitolo della cattedrale di San Lorenzo. Signorelli ha lavorato molto anche nell'Alta Valle del Tevere ed in particolare a Città di Castello, dove ha dipinto opere come l'Adorazione dei magi (oggi al Louvre), l'Adorazione dei Pastori (alla National Gallery di Londra) ed il Martirio di San Sebastiano, che si trova nella Pinacoteca comunale di Città di Castello.

“C'è anche un'intera sala dedicata ai tondi, sei dipinti eccezionali tra cui il Tondo di Monaco e la Sacra Famiglia”, osserva Henry. Il percorso prosegue con una selezione di disegni provenienti tra l'altro dal Louvre, dagli Uffizi e dal British Museum: questa parte della mostra è di fondamentale importanza per capire quale ruolo abbia avuto per Signorelli la progettazione grafica nella costruzione dei dipinti. C'e quindi una sezione dedicata alle predelle e un'ultima sezione sull'attività itinerante dell'artista in tutta l'Italia centrale.

Per quanto riguarda le altre sedi della rassegna: nel Museo dell'Opera del Duomo si conserva la tavola raffigurante Santa Maria Maddalena; nella chiesa dei Santi Apostoli è allestita una rassegna di dipinti del Novecento che illustrano la ricerca portata avanti in contesti diversi nel segno di Signorelli; alla Pinacoteca di Città di Castello il già importante nucleo esistente di opere del maestro cortonese è' affiancato da opere provenienti da collezioni italiane e straniere tra cui il bel tondo della Galleria Comunale di Prato.

“Con il Signorelli - dice l'assessore alla cultura e al turismo dell'Umbria, Fabrizio Bracco - si chiude il ciclo dedicato agli artisti più rappresentativi del Rinascimento in Umbria inaugurato nel 2004 con la mostra sul Perugino e poi nel 2008 con quella sul Pintoricchio”.

Ad inaugurare la 55/a edizione del Festival dei due mondi di Spoleto, dal 29 giugno al 15 luglio, sarà l'opera del compositore inglese Benjamin Britten 'Il giro di vite' un prologo e due atti per la regia del presidente e direttore artistico del Festival, Giorgio Ferrara, e le scene di Gianni Quaranta. In cartellone ci sono per il teatro 'Lulu'', con il Berliner Ensemble, per la regia di Robert Wilson e le musiche di Lou Reed e 'In Paris', con Mikhail Baryshnikov, diretto da Dmitry Krimov. Per la danza: il Wiener Staatsballett di Manuel Legris, il Pacific Northwest Ballet, diretto da Peter Boal e il Semperoper Ballett Dresda, con Watwin Aaron, in collaborazione con William Forsythe. A concludere la kermesse il consueto appuntamento con il Concerto Finale in piazza del Duomo a Spoleto con l'Orchestre National du Capitole du Toulouse diretta dal Maestro Tugan Sokhiev.

Umbria Jazz, dal 6 al 15 luglio, vedrà invece la partecipazione straordinaria di Sting, che celebra 25 anni di carriera. Tra gli altri ospiti anche Pat Metheny, Sonny Rollins e Stefano Bollani.

Il Festival delle nazioni di Città di Castello dedicato alla musica classica - dal 25 agosto al 7 settembre - quest'anno renderà omaggio all'Ungheria. '

“C'e' infine la candidatura delle due città più significative dell'Umbria, Perugia e Assisi, a capitali della cultura del 2019 - conclude Bracco -. Sono città piccole, ma che hanno tanto da dire: la prima ha un'antichissima tradizione culturale e la seconda e la città della pace e del dialogo tra religioni e popoli. Questo dialogo tra popoli, culture e religioni può essere nostro segno distintivo''.
 

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