PERUGIA - ''Io credo che il modo migliore per uscire dall'angolo in cui qualcuno cerca di mettere la cultura sia proprio quello di far emergere, con tutta evidenza, la sua dimensione economica nello sviluppo del Paese, soprattutto in questo periodo di crisi''.

Fabrizio Bracco, assessore regionale alla cultura, motiva cosi' la sua adesione al ''Manifesto per la Cultura'', l'iniziativa lanciata dal quotidiano Il Sole 24 ore. ''Una rivoluzione copernicana - ha spiegato Bracco - non solo rispetto alla storica contrapposizione tra cultura delle elite e cultura delle masse ma, soprattutto, rispetto ad una scelta politica dietro la quale si nasconde una chiara visione della societa' e del suo sviluppo, per cui la cultura da diritto sociale diviene un fatto privato, e quindi da tagliare nei momenti di vacche magre''.

Secondo Bracco - riferisce una nota della Regione - ''al contrario il Libro verde dell'Unione europea del 2010 sulle industrie culturali e creative ha visto le potenzialita' che sono implicite nella creativita' e nelle attivita' culturali come moltiplicatori di economie ed energie imprenditoriali. La cultura, finora considerata uno dei fattori di sviluppo marginali e meno significativi, puo' diventare uno dei paradigmi strategici che orientano lo sviluppo delle citta' e dei territori''.

Bracco ha sottolineato pero' che ''per porre il punto di vista culturale al centro delle politiche piu' generali di sviluppo del Paese, delle citta' e delle Regioni, tuttavia, tutti debbono sentirsi impegnati a superare alcune criticita' quali la scarsa propensione a fare seriamente rete e la diffusa riluttanza e diffidenza ad intraprendere progetti di medio e lungo periodo. Ed infine un cambio di mentalita' del mondo dell'impresa e del sistema bancario, anch'essi 'mediamente' poco disponibili a rischiare per iniziative nel settore della cultura e della creativita'''. ''Si tratta insomma - ha concluso Bracco - di tasselli di un mosaico da rimettere insieme per la ricostruzione democratica e civile del Paese''.
 

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