PERUGIA - Il traffico internazionale e lo spaccio di droga in particolare ad opera di stranieri vengono evidenziati nella relazione annuale della Direzione nazionale antimafia citando l'attivita' della Direzione distrettuale di Perugia. Dalle principali indagini condotte dall'Ufficio del capoluogo umbro emerge infatti - si legge nel documento - una ''particolare diffusivita' della attivita' di traffico internazionale e spaccio al minuto di sostanze stupefacenti ad opera di organizzazioni criminali composte quasi esclusivamente da soggetti stranieri''. In considerazione anche - sottolinea la Dna - della ''forte ed intensa presenza sul territorio di vere e proprie comunita' di cittadini di diverse nazionalita'''.

Tra le indagini citate quella su una ''importante organizzazione transazionale'' formata da 38 nigeriani (25 dei quali arrestati) e riguardante il traffico di cocaina (sequestrati 15 chili di sostanza particolarmente pura) della quale veniva rifornito il centro Italia (Umbria e Toscana) e il nord-est del Paese. Con i referenti individuati a Perugia e a Padova. Dall'inchiesta e' inoltre emerso che i proventi dello spaccio venivano reinvestiti in gran parte nell'acquisto di ulteriori partite di cocaina e il resto in beni immobili in Nigeria dove risiedevano gran parte degli appartenenti al presunto gruppo criminale.

Nella relazione viene inoltre citata un'altra indagine su un'associazione operante in provincia di Perugia ma con ramificazioni anche in Lombardia, composta prevalentemente da marocchini (ma con anche tre tunisini, una nigeriana, una brasiliana ed un cittadino palestinese, oltre a un italiano), dedita al traffico di hascisc e di cocaina. Trentadue le ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal gip di Perugia.

Riferendo l'attivita' della Dda di Perugia, la Direzione nazionale antimafia fa poi riferimento a un procedimento che trae origine dai ''convergenti sviluppi'' di distinte indagini intraprese dalla procura della Repubblica di Brindisi e quella di Perugia. Ha portato a individuare alcuni albanesi ritenuti dediti al traffico di stupefacenti operanti sul territorio perugino ma collegati con connazionali residenti in altre regioni d'Italia ed all'estero (in particolare dal Belgio da cui proveniva la sostanza stupefacente). Con il sequestro di diversi quantitativi di cocaina.
 

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