TERNI - C' e' ''un impedimento fisico di tipo particolare alla partecipazione all'udienza dibattimentale'' di don Pierino Gelmini, tuttavia ''non e' di tipo assoluto'': e' quanto scrive Luigi Carlini, medico legale dell'ospedale ''Santa Maria'' di Terni, nell'esame clinico e documentale eseguito sulle condizioni del fondatore della Comunita' Incontro affidatogli dal tribunale nel corso del processo che vede imputato il fondatore della Comunita' Incontro di violenza sessuale nei confronti di una decina di ex ospiti. Addebiti ai quali il sacerdote si proclama estraneo.

L'esame e' stato disposto dal collegio dopo la richiesta dei legali di don Pierino, nell'udienza del 25 ottobre scorso, di differire il dibattimento per il suo precario stato di salute. L'esame del professor Carlini e' stato compiuto il 29 ottobre scorso e ora depositato. Secondo il medico legale l'imputato potrebbe partecipare al dibattimento se il suo trasferimento in aula avvenisse ''mediante l'utilizzo di un'autoambulanza attrezzata per l'emergenza-urgenza, mentre la sua partecipazione al dibattimento sarebbe altrimenti possibile con assistenza medico specialistica (cardiologica) in loco''.

Nelle sue conclusioni Carlini spiega infatti che ''le complesse e molteplici caratterizzazioni patologiche e di disabilita' che connotano il caso in esame'', in particolare dovute a un quadro di grave scompenso cardiaco, definiscono ''un impedimento fisico che nello specifico deriva e essenzialmente si sostanzia nel rischio del verificarsi di complicanze e o scompensi cardiovascolari in situazioni di stress psico-fisico''.

L'impedimento fisico, sempre secondo il professor Carlini, e' pero' ''risolvibile mediante l'attuazione di alcune precauzioni mediche, che certamente non ridurrebbe i rischi per il paziente correlati al proprio precario status clinico-funzionale, ma sarebbero sicuramente utili ad affrontare tempestivamente l'improvviso verificarsi di eventuali manifestazioni di scompenso cardiaco''.

In merito alla durata dell'impedimento fisico rilevato, Carlini sostiene che ''una simile valutazione prognostica non e' sostanzialmente effettuabile in termini medico-scientifici, trattandosi di patologie ne' con carattere di acuzie, ne' con possibilita' di risoluzione ma di affezioni irreversibili ed a carattere cronico''. L'esame clinico sara' al valutato dalle parti nella prossima udienza del processo prevista per il 7 febbraio.
 

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