ROMA - Diventa definitiva la condanna all'ergastolo per Roberto Spaccino, accusato di aver ucciso, nel 2007, la moglie Barbara Cicioni, incinta di 8 mesi, loro villetta di Compignano frazione di Marsciano (Perugia). La Cassazione ha infatti confermato la condanna inflitta dalla Corte d'Assise d'Appello di Perugia il 20 settembre 2010.

Barbara Cicioni aveva 33 anni, era incinta e gia' madre di due bambini, quando nella notte tra il 24 e il 25 maggio, venne trovata morta in camera da letto dallo stesso Spaccino. Il marito venne accusato dagli inquirenti di aver ucciso la donna al culmine di una lite, soffocandola probabilmente con un cuscino, mentre nella stanza accanto dormivano i due figli. Secondo l'accusa Spaccino aveva poi messo a soqquadro la casa per simulare un furto finito male.

Il marito si e' sempre sostenuto innocente ed ha sempre sostenuto di aver trovato la moglie morta al suo rientro in casa. In Cassazione oggi davanti alla Prima Sezione penale i legali di Spaccino, Luca Gentili, Michele Titoli e Renato Borsone, hanno sostenuto tra gli altri motivi di ricorso, il difetto di motivazione della sentenza d'appello censurando la mancanza di risposte sul delitto gia' presenti nella sentenza di primo grado. La Prima Sezione penale, pero', non ha accolto la tesi della difesa ed ha confermato la condanna. Spaccino, che si proclama innocente, chiede di rivedere i suoi figli, che non incontra dal giorno dell'arresto.

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