Bliz dei Ros in Umbria: perquisizioni nelle abitazioni di militanti di “Militia"
PERUGIA - Due perquisizioni sono state eseguite dai Carabinieri del Ros in provincia di Perugia nell'ambito dell'indagine sulla organizzazione Militia, ritenuta vicina ad ambienti dell'estrema destra. Sequestrati computer e altri documenti ora al vaglio degli investigatori.
Le perquisizioni hanno riguardato soggetti di mezza eta' ritenuti contigui all'organizzazione stessa. Le abitazioni perquisite si trovano a Perugia e nella zona del lago Trasimeno.
L’operazione dei Ros potrebbe avere collegamenti con l’assassinio a Firenze di alcuni venditori senegalesi ad opera di un fanatico militante di estrema destra.
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Cinque arresti, una decina di perquisizioni e l'attivita' del gruppo di estrema destra 'Militia', con base a Roma, ''stroncata''. E' il bilancio di un blitz compiuto all'alba dai carabinieri del Ros. Le 16 persone complessivamente indagate sono accusate, a vario titolo, di aver ''eseguito o pianificato'' nel corso di un triennio (dal settembre 2008, quando Militia comincia a farsi 'notare', al settembre scorso) una serie di ''azioni delittuose'' ispirate ad una ''chiara ideologia xenofoba, razzista e antisemita'', e ''proiettate a porre le basi di una 'guerra rivoluzionaria'''.
Nel capo di imputazione - in cui si contestano i reati di associazione per delinquere, violazione della legge Mancino, apologia del fascismo, diffusione di idee fondate sull'odio razziale ed etnico, deturpamento di cose altrui e ricettazione (di una camicia dell'Esercito israeliano rapinata a un giovane di sinistra) - i magistrati del pool antiterrorismo della procura di Roma mettono in luce i ''propositi del gruppo eversivo di ricorrere alla violenza e di colpire con ordigni gli obiettivi individuati, come il presidente della comunita' ebraica di Roma Riccardo Pacifici''. Individuano, poi, gli altri bersagli dell' ''odio'' di Militia - diffuso con striscioni, scritte murarie e manifesti, oltre che con gli scritti della rivista 'Insurrezione' - nei cittadini rumeni, nel sindaco di Roma Gianni Alemanno, nel presidente del Senato Renato Schifani e in quello della Camera, Gianfranco Fini, ma anche nell'ex presidente americano George Bush.
Tra i capi della presunta organizzazione per delinquere, Maurizio Boccacci, 54 anni, originario di Verona ma residente ad Albano Laziale, una vecchia conoscenza degli investigatori che si occupano di eversione. Gia' leader del 'Movimento politico occidentale', dopo l'uscita da Fiamma Tricolore Boccacci avrebbe ''assunto il controllo'' della 'Palestra popolare Primo Carnera', diventata il quartier generale di Militia.
Un precedente blitz del Ros del 21 maggio 2010 fece saltare l' 'adunanza nazionale', convocata per l'indomani proprio in quella palestra, ''alla quale avevano aderito - si legge nelle carte dell'inchiesta - non meno di 87 'camerati'''. L'obiettivo di quella riunione sarebbe stato di gettare le basi per ''la costituzione di una struttura politica piu' ampia volta ad aggregare attorno a Militia ulteriori movimenti con vocazione di estrema destra radicati in piu' citta''', come 'Socialismo nazionale', ''con punto di riferimento Paolo Signorelli'', oppure il 'Comitato Fare Lavoro', costituito da ex militanti di Forza Nuova.
L'attivita' di proselitismo - volta ad allargare la base di Militia per arrivare ad una ''macrostruttura parimenti proiettata a perseguire finalita' xenofobe e antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando la violenza quale metodo di lotta e denigrando le Istituzioni'' - sarebbe stata incessante ed attuata con vari sistemi: dal tradizionale volantinaggio ai ''contatti telefonici, in chat Skype e di persona''; dalla predisposizione di documenti, come quello ''dedicato ai giovani'' concepito da un sedicenne napoletano che e' tra gli indagati, alla ''individuazione di relatori ritenuti autorevoli (tra i quali Rutilio Sermonti)'', alla ricerca di alleanze con altri gruppi, come 'Avanguardia Lazio' di Paolo Arcivieri. Insieme a Boccacci (che e' gravemente malato e per questo il suo legale ha chiesto per lui i domiciliari), un ruolo di primo piano nell'attivita' organizzativa e di direzione del gruppo eversivo l'avrebbe svolta soprattutto il romano ventiseienne Stefano Schiavulli, ma anche il marchigiano Giuseppe Pieriste', di 54 anni, e Massimiliano De Simone (41), pure lui di Roma, oltre a Daniele Gambetti (26), residente ad Albano Laziale, come Boccacci.
Tutti quanti - gia' noti nel mondo dell'estremismo di destra - sono stati arrestati, su disposizione del Gip Simonetta D'Alessandro. Tra gli 11 indagati a piede libero, oltre al minorenne napoletano, la maggior parte sono residenti a Roma e dintorni, uno a Battipaglia (Salerno) e due in Umbria (a Perugia e a Magione). ''I carabinieri hanno dato una risposta adeguata a questa bruttissima pratica di fomento dell'odio'', ha commentato il sindaco di Roma Alemanno. ''Dobbiamo continuare a vigilare'', ha detto dal canto suo Pacifici, esprimendo ''plauso per l'operazione del Ros''.

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