PERUGIA - "Mi piacerebbe girare un film in Umbria". Lo ha detto Lino Banfi che oggi ha incontrato gli studenti dell'Universita' per Stranieri di Perugia. L'attore e' reduce dalle riprese di un film girato a Lecce. "Fare film in giro per l'Italia da' la possibilita' di conoscere il nostro stupendo Paese".

Dell'Umbria, Lino Banfi conosce Citta' di Castello, Todi dove ha girato "Un inviato molto speciale" e Assisi. Gli studenti, divertiti dai racconti dell'attore pugliese, gli hanno posto molte domande, soprattutto curiosi di conoscere come sono nate molte delle fortunate battute che caratterizzano da sempre il repertorio del personaggio. Non sono di certo mancati riferimenti alla carriera passata di Banfi. Molte delle domande hanno riguardato i cosiddetti "b movie" o film di serie B, definiti dalla critica ma non dagli attori anche se consapevoli di rivolgersi ad un target medio-basso.

"Rifarei assolutamente tutti quei film che ho fatto, ma sicuramente con piu' consapevolezza", film che gli hanno dato la ribalta, che lo hanno condotto al successo odierno e permesso la carriere fatta. Per quanto riguarda il futuro, Banfi non si sbilancia molto. A 75 anni dovrebbe girare la seconda puntata di un film di produzione tedesca accanto a De Niro.

Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e' affezionato al noto personaggio interpretato da Lino Banfi, nonno Libero: ''Mi ha chiesto di rifarlo - ha detto - e questo mi riempie di orgoglio''. L'attore e' il protagonista della rassegna Primo piano sull'autore, che si svolge ad Assisi ma prevedeva un passaggio anche nella sede dell'Universita' per stranieri di Perugia. E cosi' Banfi si e' misurato questo pomeriggio con un pubblico giovane che e' abituato a vederlo nei panni del tenero nonno Libero del Medico in famiglia, piuttosto che da protagonista di innumerevoli commedie sexy del periodo 70-80.

Quel Banfi caratterista, oggetto di critiche generalmente severe, e' stato con il tempo rivalutato e certo oggi la sua immagine e' quella di un grande professionista dall'immensa esperienza e dall'indubbio talento, se e' vero che in 50 anni di carriera ha saputo passare indenne, anzi accrescendo la sua popolarita', attraverso cabaret, cinema, teatro, televisione, riuscendo perfino a impegnarsi come attivo ambasciatore e testimonial dell'Unicef.

I ragazzi della Stranieri hanno accolto questo ''uomo normale dai mille volti'', come recita il titolo della rassegna a lui dedicata, con l'affetto che si deve ad una persona di casa, e sul viso di tutti si e' stampato, al suo arrivo in aula magna, un largo sorriso. Ma Banfi stesso ha spiegato che in fondo una delle sue piu' grandi soddisfazioni professionali e' stata la scoperta di poter essere non solo un attore comico ma anche un interprete di ruoli seri e perfino commoventi. Quella che lui chiama ''metamorfosi banfiota''.

A partire da nonno Libero, ruolo che per lui e' importantissimo: ''sono in simbiosi con lui - dice - ed il fatto che anche il presidente Napolitano abbia chiesto di rifarlo mi riempie di orgoglio''. All'universita', spiega, si trova a suo agio per aver fatto tanti ruoli ''didattici, da bidello a preside'' e anche per aver ricevuto negli ultimi anni due lauree ad honorem. Si gode l'attenzione attuale dei critici per i suoi vecchi film (''mai lo avrei immaginato'') e sottolinea che ''in fondo erano film puliti, considerando le tante docce delle belle donne che vi si vedevano''.

Banfi non rinuncia a guardare al mondo del calcio di oggi con l'occhio di Oronzo Cana', il mitico ''allenatore nel pallone'', a cui non piacciono il clima litigioso e gli scandali, e che resta fedele al modulo del 5-5-5, ovvero giocare in quindici. Farebbe volentieri, dice, uno spot per rasserenare gli animi, come una volta gli aveva chiesto Antonio Matarrese, suo corregionale.

Con i ragazzi ricorda con piacere i vecchi colleghi, a partire da Montagnani, fino ai piu' grandi come Sordi e Manfredi, e soprattutto quel modo di fare cinema in cui si improvvisava molto, e tanto era lasciato all'estro degli attori.

Non rinuncia alle gag nemmeno in una aula universitaria e dispensa buonumore. Del resto, anche i ragazzi della Stranieri erano li' per questo.
 

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