PERUGIA – Ad Umbrialibri si sono tenuti oggi pomeriggio alcuni degli appuntamenti più attesi di questa 17esima edizione.

Al Teatro Pavone con il suo “Un regalo da Tiffany” è arrivata Mellisa Hill, scrittrice irlandese che con questo romanzo sta spopolando anche nelle librerie italiane. Ad intervistare l’autrice Leonetta Bentivoglio, autorevole autrice e giornalista di Repubblica.

La Hill ha scelto l’edizione di Umbrialibri dedicata alle donne come unico momento italiano per la presentazione della sua ultima fatica.

“Il mio obiettivo? Raccontare le storie delle donne, di donne comuni come me” ha affermato la Hill dal palco del Pavone. “Difficile individuare le cose che fanno di un libro un bestseller – ha proseguito -, nel mio caso il successo penso sia dovuto al fatto che la gente ha bisogno di fuggire dalla realtà, con un po’ di fantasia. I miei libri devono essere leggeri per evadere un po’ dalla vita difficile di tutti i giorni”.

E in risposta alla Bentivoglio che gli domanda se il segreto del successo è anche il mix riuscito fra romanzo rosa e romanzo giallo, l’autrice risponde: “La sorpresa in un romanzo è un elemento gradito dal pubblico, le svolte imprevedibili nelle storie sono apprezzate dai lettori”.

La Hill ha poi spiegato quale è secondo lei la cosa più bella di essere scrittrice: “Il riscontro che ho con i lettori, capire ciò che piace e non. Questo confronto mi permette di crescere. Scrivere è un mestiere che uno svolge in solitudine e per questo il confronto con i lettori è la parte più bella di questo lavoro. Uno deve scrivere più per i lettori che per i critici”.

La scrittrice irlandese ha inoltre evidenziato come ci sia una maniera maschile e femminile di scrivere, affermando che “le donne parlano più delle proprie emozioni e delle proprie sensazioni, mentre l’uomo difficilmente va così in profondità”.

A fine incontro la Hill ha anche anticipato qualcosa sul suo prossimo libro: “Chi scrive sotto la pressione di un precedente successo – ha affermato – solitamente non fa bene. Con il prossimo libro non cercherò di replicare quello che ho fatto, ma voglio solo essere fedele a me stessa e scrivere quello che mi verrà in quel momento”.

Dopo quello con la Hill, a seguire, si sono tenuti sempre al Pavone altri due incontri, curati e condotti da Loredana Lipperini, autrice e conduttrice per Radio3 della trasmissione “Fahrenheit”. Accanto a lei le scrittrici Michela Murgia e Alawiya Sobh (scrittrice libanese che successivamente alla Murgia ha presentato il suo bellissimo ultimo romanzo dal titolo “Il suo nome è passione”, vincitore dell’Arabic Booker Prize nel 2010).

Ad aprire l’incontro con la Murgia è stato l’assessore regionale alla cultura Fabrizio Bracco, il quale l’ha definita “l’autrice, con Accabadora, di uno dei libri più interessanti degli ultimi anni”. Il colloquio aveva come titolo “Ave Mary”, proprio come il saggio teologico pubblicato quest’anno dalla scrittrice sarda.

“Con Ave Mary – ha detto Bracco – la Murgia ci dà modo di riflettere delle donne nella tradizione cristiana e nella società contemporanea”. “Un libro importante – l’ha definito la Lipperini – per capire l’immaginario cattolico italiano”.

“Il libro l’ho scritto – ha affermato la Murgia – perché la Chiesa ci ha raccontato nei secoli una storia, un immaginario forte, anche per chi non è credente. Ma tra la storia del Vangelo e quella della Chiesa non c’è parentela, soprattutto nell’archetipo potentissimo di Maria”.

 

Per informazioni e programma completo: www.umbrialibri.com
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