PERUGIA - L'attentato terroristico dell'11 settembre "ha provocato uno sconvolgimento cosi' profondo delle nostre vite che deve essere ricordato e ricollocato nella memoria collettiva. Quello che non trovo giusto e' l'uso retorico e strumentale che si sta facendo delle vittime di quella tragedia. Di una parte delle vittime, per la verita'. Quelle che sono morte sul suolo americano. Le altre non esistono, o forse non devono esistere. Quali altre? Quelle che sono state ammazzate al di fuori degli Stati Uniti a causa di quell'attentato e delle scelte piu' scellerate che l'hanno seguito".

Cosi' in una nota Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace. "Penso a quelle duecentoventicinquemila persone che sono morte in Afghanistan, in Iraq, in Pakistan nelle guerre che abbiamo iniziato e mai finito dopo l'11 settembre - prosegue Lotti - nessuno sa realmente quante siano perche' nessuno e' mai riuscito effettivamente a contarle. Nessuno conosce i loro nomi, nessuno ha raccolto le loro foto, nessuno ha ricostruito le loro storie, nessuno sta costruendo in loro onore un memoriale, nessuno e' andato a incontrare a scusarsi con i loro familiari, nessuno si e' preso cura di loro. Eppure anche loro sono morte a causa dell'11 settembre. Eppure anche loro erano quasi tutti innocenti. La loro sola colpa e' stata di nascere nel posto sbagliato con il regime sbagliato".

E conclude: "Non dimentichiamoli, dunque. Anche loro hanno diritto di entrare nella nostra memoria collettiva e nonostante qualcuno cerchi di cancellarli, ci entreranno. Perche' la storia non si cancella".
 

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