Meredith/ Sorrisi Amanda-Raffaele, poi battaglia sui Dna
PERUGIA - Un sorriso tra i due imputati, Raffaele Sollecito e Amanda Knox, poi di nuovo la battaglia sulle tracce di Dna al centro del processo d'appello per l'omicidio di Meredith Kercher. Prima con l'esame dei periti della Corte di Perugia secondo i quali i risultati dalla scientifica non sono attendibili, quindi con quello della genetista forense della polizia che ha cominciato a ribattere loro punto su punto.
''Una difesa a oltranza un po' manichea'' secondo l'avvocato Luciano Ghirga, uno dei legali della Knox. ''Dalla confusione assoluta finalmente siamo tornati alla chiarezza'' la replica a distanza del pm Manuela Comodi.
Il processo di secondo grado ai due ex fidanzati che si proclamano estranei a un delitto per il quale stanno scontando in carcere 25 e 26 anni di reclusione si avvia alla fase finale. Terminato l'esame dei periti, entro questa settimana saranno sentiti i consulenti delle parti. Poi la requisitoria dei pm e le arringhe dei difensori (non e' ancora chiaro se entro sabato o dopo il 20 settembre) per arrivare alla sentenza entro settembre o al massimo all'inizio di ottobre.
Rispondendo al legale dei Kercher, Francesco Maresca, i periti della Corte hanno ribadito che manca la ripetibilita' dell'esame con il quale e' stato attribuito alla vittima il Dna sul coltello considerato l'arma del delitto, considerare invece ''elemento indispensabile''. E riferendosi alla traccia mista sul gancetto del reggiseno della vittima il perito Carla Vecchiotti ha parlato di piu' profili presenti, ribadendo la non corretta interpretazione - a suo avviso - dei dati che portano a Sollecito. ''Ci potrei essere anche io - ha aggiunto - perche' nove loci corrispondono al mio codice genetico''.
E' stata quindi la biologa della polizia scientifica Patrizia Stefanoni, consulente del pm, a prendere la parola per ribattere alla perizia. Ha sostenuto che con i kit ''di ultima generazione'' ora disponibili sarebbe possibile esaminare la tracce sul coltello (come chiesto dalla Corte ai periti che invece non hanno ritenuto possibile farlo, basando le loro conclusioni sui documenti gia' agli atti). Ha poi sottolineato che la contaminazione ''non viene fuori da qualcosa di astratto''.
L'esperta di genetica forense si e' quindi soffermata sulle analisi genetiche svolte, rivendicando l'attendibilita' dei risultati. La Stefanoni ha tra l'altro rivelato come alcune delle tracce raccolte nei primi due giorni di sopralluogo (ma non quelle al centro della perizia) siano state conservate nel frigorifero della casa di via della Pergola prima di essere portate nei laboratori di Roma.
''La prova del Dna puo' essere considerata incontrovertibile solo in presenza di quantita' sufficienti e di metodi di prelievo fuori discussione. La prova contro Sollecito non c' e' piu''', ha sottolineato il suo difensore, l'avvocato Giulia Bongiorno.
''Se parliamo di polvere che puo' contaminare (come ipotizzato dai periti della Corte - ndr) portandosi dietro qualsiasi profilo genetico, per paradosso polizia scientifica e Ris possono andarsene a casa'' le parole dell'avvocato Maresca.
Sollecito e la Knox sono apparsi intanto piu' distesi, scambiandosi sorrisi a distanza. Amanda, ha rivelato un'amica, ora ''spera di uscire presto''.

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