PERUGIA - Incontro con i vertici della Regione Umbria, la presidente Catiuscia Marini e la vice Carla Casciari, per i rappresentati delle organizzazioni sindacali del personale che opera in tutti gli istituti penitenziari dell'Umbria. Iniziativa che si e' svolta oggi pomeriggio a Perugia, a Palazzo Donini. Presenti anche il sindaco Wladimiro Boccali, rappresentanti degli altri Comuni dove si trovano i carceri, oltre che esponenti delle organizzazioni sindacali e i direttori delle diverse strutture.

''Abbiamo voluto incontrarla per rappresentare il gravissimo stato in cui versa il sistema carcerario umbro, con presenze che superano ormai piu' del doppio la capacita' di ospitare detenuti e con un personale sempre piu' allo stremo'', hanno affermato i rappresentati delle organizzazioni sindacali, secondo quanto riferito dalla Regione. ''Il nostro - hanno aggiunto - e' un vero e proprio grido d'allarme. E siccome le carceri non sono realta' avulse dai territori in cui sono ospitati, abbiamo voluto coinvolgere la Regione ed il sistema delle autonomie locali soprattutto per creare una alleanza che consenta a tutti di impedire che la situazione precipiti irrimediabilmente, e ci possa sostenere in una azione politica e istituzionale per migliorare l'attuale condizione''.

La presidente Marini e l'assessore Casciari hanno sottolineato la totale condivisione delle preoccupazioni espresse e assicurato che la Regione e' impegnata in una interlocuzione con il ministero della Giustizia e con la direzione generale che si occupa degli istituti di pena per favorire ogni utile iniziativa affinche' si affronti innanzitutto il problema dell'eccessivo affollamento delle carceri in Umbria. ''Non e' possibile - ha affermato la presidente - che a fronte di una capacita' di 700 posti vi siano mille 700 detenuti. Cio' determina condizioni di vita davvero inaccettabili per un Paese civile. Di conseguenza questa realta' si ripercuote negativamente sul personale e pregiudica ogni possibilita' di intendere la pena anche come momento rieducativo''.

Quanto alle piu' specifiche competenze della Regione, la presidente ha sottolineato come queste siano riferite prima di tutto all'assistenza sanitaria per i detenuti dentro e fuori gli istituti penitenziari, e in secondo luogo per cio' che riguarda le politiche sociali per il reinserimento dei detenuti sia nella comunita' che nel mondo del lavoro, o per la gestione delle misure alternative alla detenzione.

''Le risorse sia destinate al servizio sanitario, che alle politiche sociali - ha sottolineato -, vengono costantemente e drammaticamente ridotte, ma la Regione e' impegnata a fare la sua parte, e anche di piu', per offrire migliori condizioni di lavoro al personale e di vita accettabile per i detenuti''.

''Come Regione - ha detto la Casciari - abbiamo lavorato per costruire misure e proposte utili al reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti ed ex detenuti. Da qui l'impegno sui temi dell'educazione, della formazione e del lavoro, cercando di mettere a frutto quelle che sono le nostre specifiche competenze istituzionali, vale a dire sanita' penitenziaria, assistenza sociale, formazione professionale, educazione primaria e secondaria, promozione di attivita' trattamentali, come il lavoro intramurario, culturali, ricreative e sportive. Cio' attivando politiche di inclusione sociale in collaborazione con i soggetti interessati, dal terzo settore, al volontariato, alla cooperazione, agli enti locali, alle stesse istituzioni che, a vario titolo, si occupano della materia''.

Nel fare il quadro degli interventi realizzati dalla Regione, Casciari ha ricordato che accanto a misure di carattere socio-assistenziale e sanitario, nel Piano sociale regionale particolare attenzione e' stata posta alla modalita' di attuazione delle azioni per le quali e' previsto un ''coordinamento stabile'' tra i vari attori al fine di affrontare le problematiche emergenti, i programmi, le misure in modo organico ed in sinergia tra aree della salute, delle dipendenze, dell'immigrazione, del lavoro, della formazione professionale e della sicurezza. Nel 2001, ha detto la vicepresidente, e' stato sottoscritto un protocollo d'intesa Regione-ministero della Giustizia con l'obiettivo del recupero delle persone detenute ed ex-detenute e di prevenire e contenere il fenomeno della criminalita'. Attraverso l'asse per l'inclusione sociale del Fondo sociale europeo la Regione ha destinato alle due Province di Perugia e Terni oltre 700 mila euro per il reinserimento lavorativo delle persone detenute ed ex detenute, attraverso l'integrazione al lavoro dei soggetti svantaggiati, (tra i quali spiccano i detenuti egli ex detenuti, i tossicodipendenti, gli immigrati, i diversamente abili), l'orientamento personalizzato, la formazione e l'accompagnamento personalizzato al reinserimento lavorativo. Provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria e Regione stanno attualmente lavorando ad un progetto per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute che possano essere ammesse alla detenzione domiciliare infra-annuale, ad altre forme di detenzione domiciliare o che sono condannate ad altre misure alternative. E' infine di questi giorni - ha concluso l'assessore - l'adesione della Regione Umbria al progetto interregionale e transnazionale che prevede ''Interventi per il miglioramento dei servizi per l'inclusione sociale dei soggetti in esecuzione penale'' promosso dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. L'obiettivo e' rafforzare la governance socio-istituzionale locale per favorire la programmazione partecipata di progetti destinati alle persone in esecuzione penale, tenendo conto delle buone prassi gia' realizzate in singole progettazioni.
FOCUS CARCERI UMBRE - Sono mille 751 i detenuti presenti attualmente nelle carceri umbre, circa il 4% donne, mentre secondo i dati forniti dal Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria relativi al 2010, al 31 dicembre dello scorso anno erano mille 672. Lo scorso anno in tutti gli istituti il numero dei detenuti presenti nelle sezioni del circuito di media sicurezza - riferisce Palazzo Donini - e' risultato superiore alla capienza tollerabile. Negli istituti umbri e' stato registrato un tasso di sovraffollamento del 75% rapportato alla capienza regolamentare degli istituti di pena, e del 6% rapportato a quella tollerabile (capienza regolamentare 954 posti, capienza tollerabile mille 564 posti). Negli ultimi quattro anni la popolazione penitenziaria in Umbria e' passata da 650 ai circa mille 750 detenuti, anche a seguito dell'apertura di un reparto del carcere di Spoleto, che era stato chiuso temporaneamente per ristrutturazione, e di un nuovo padiglione a Perugia con circa 200 posti. Nel carcere di Terni sono stati avviati i lavori per la costruzione di un nuovo reparto detentivo per circa 200 posti, completati i lavori di ristrutturazione di una sezione detentiva con 20 celle nell'istituto di Spoleto. Circa un detenuto su tre ha problematiche di tossicodipendenza ed il 28% di questi e' straniero. E' inoltre elevato il numero di ''eventi critici'' (gesti di autolesionismo, tentato suicidio, violenza eterodiretta, rifiuto del vitto, e altro), che ''rappresentano un sintomo eloquente del malessere diffuso''. Nel 2010 ci sono stati un suicidio, 20 tentati suicidi, 246 gesti di autolesionismo, 175 ferimenti, 102 scioperi della fame, 53 rifiuti del vitto e delle terapie. I detenuti con ''residenza anagrafica'' in Umbria sono 675 su mille 672 e rappresentano presso la casa circondariale di Perugia il 28 % dei presenti, a Terni il 26%, a Orvieto circa l'11%. La presenza dei detenuti stranieri e' ''sempre stata significativa'' e dai dati forniti dall'Amministrazione penitenziaria emerge che piu' del 28% dei detenuti stranieri e' tossicodipendente. Particolarmente critica e' stata definita la situazione degli istituti di Perugia e di Terni. Nel capoluogo umbro gli stranieri costituiscono oltre il 68% del totale dei detenuti e presso la casa circondariale di Terni il 50% circa. In Umbria esistono due Uffici di esecuzione penale esterna: a Perugia, con competenza sugli istituti della citta' e Orvieto, e a Spoleto, con competenza sugli istituti di Spoleto e Terni. Le persone in esecuzione penale esterna complessivamente seguite dai due uffici sono 198 distribuite in 34 Comuni, da aggiungere alle mille 672 gia' presenti negli istituti di pena umbri. Altrettanto grave viene definita la situazione riguardante il personale di polizia penitenziaria. La dotazione organica prevista per i quattro istituti dell'Umbria e' di complessive mille 60 unita' mentre in servizio risultano 804 unita': 785 presso gli istituti di pena, 18 al Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria e uno presso l'Ufficio esecuzione penale esterna Perugia. Sono altresi' presenti negli Istituti di Spoleto e Terni 64 unita' appartenenti al Gruppo Operativo Mobile addetti alla custodia dei detenuti sottoposti a regime previsto dall'art. 41 bis. La carenza di personale di polizia penitenziaria secondo i dati forniti dal Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria e' cosi' ripartita: casa circondariale di Perugia carenza del 37%; a Terni del 24%; a Spoleto del 18%; a Orvieto del 21%. A questi dati - e' stato spiegato - bisogna aggiungere la quota di personale assente per temporanea inidoneita' al servizio che per il solo istituto di Spoleto sono 25 unita'. Critica e' definita anche la situazione del personale dell'area educativa, che complessivamente nei quattro istituti di pena dell'Umbria raggiunge appena le 21 unita', nel corso del 2010 ogni educatore della casa circondariale di Perugia e della casa di reclusione di Spoleto hanno avuto rispettivamente, in media, in carico oltre 140 e oltre 130 detenuti, a fronte di una media regionale gia' alta di 96 detenuti.
 

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