Edilizia/ Finita con l’assoluzione la vicenda dell’ “ecomostro” di Spoleto
PERUGIA - ''Piena soddisfazione'' per l'assoluzione, con la formula “il fatto non sussiste”, da parte della Corte d'appello di Perugia dei sei imputati che erano stati condannati per la costruzione di un grande palazzo di cinque piani, alto 16 metri, destinato a residenza, per un volume di oltre 14mila metri cubi, a ridosso del centro di Spoleto e' stata espressa dall'avvocato Manlio Morcella, difensore di alcuni di loro.
Secondo il legale il pronunciamento dei giudici di secondo grado ''quantunque tardivamente, ha fatto giustizia di una tesi giurido-urbanistica di natura eretica per la quale, senza conforti giurisprudenziali e dottrinali, la cubatura realizzabile all'interno di un piano attuativo non sarebbe da rapportare all'intera superficie del piano stesso ma alla sola porzione di esso occupata dal fabbricato''. ''Quasi che insomma - ha aggiunto -, a titolo paradossalmente esemplificativo, non potessero essere realizzati grattacieli nei centri storici''.
L'avvocato Morcella ha quindi sottolineato che ''la perizia ammessa dalla Corte d'appello, sempre negata dal gip in sede di incidente probatorio e dal tribunale, ha tra l'altro appurato che oltre alla legittimita' della cubatura la stessa sarebbe stata assentita nel pieno radicale rispetto della prassi amministrativa da sempre seguita nella regione Umbria''.
''Accanto alla soddisfazione pure favorita dalla cessazione dei danni sinora provocati a diverse persone - ha concluso l'avvocato Morcella -, vi e' ora da chiedersi se e come sia possibile avere ristoro di quelli gia' subiti''.
In primo grado i sei imputati (il costruttore ed il proprietario del terreno, i due direttori dei lavori e i due tecnici comunali che avevano rilasciato il permesso di costruzione), erano stati condannati a 4 mesi di reclusione ed al pagamento di una multa di 25mila euro per il reato di costruzione abusiva in zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Il Tribunale aveva anche disposto la demolizione dell’edificio, provvedimento anche questo revocato in appello.
L’accusa ricorre in Cassazione – La sentenza non è stata per nulla condivisa dall’accusa che ha annunciato immediato il ricorso in Cassazione, preoccupata per le ricadute che potrebbero determinarsi riguardo l’integrità futura del territorio umbro. D’accordo al riguardo il procuratore generale Roberta Barberini, che nella sua richiesta aveva perorato la conferma della sentenza di primo grado, sostenuta dal pg Giancarlo Costagliola. “Nel caso in specie – ha affermato la dottoressa Barberini - sono stati violati in modo macroscopico i limiti di edificabilità previsti dalla legge per il centro storico di Spoleto”.

Thursday
14/07/11
10:33
Viva i palazzinari dell'Umbria e gli amministratori compiacenti... Il nostro povero cuore verde è sempre più grigio cemento!!