Roma - Ieri a Colorno (Pr), personale della Direzione Investigativa Antimafia di Padova, il comando provinciale dei carabinieri di Vicenza e della locale stazione dei carabinieri, a conclusione di complesse indagini, coordinate dal sost. proc, presso la DDa di Venezia, dr. Terzo, ha proceduto all'arresto di Nicola Pani in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere messa dal Gip del tribunale di Venezia, dott. Marini.

All'arresto dell'imprenditore cagliaritano, proveniente con un volo della Ryanair da Londra, si e' giunti a conclusione di complesse indagini tecniche necessitate dalla sua condizione di irreperibilita' sul territorio nazionale nel quadro del piu' ampio contesto dell'"operazione serpe". Tale attivita' investigativa, il 14 aprile u.s., aveva permesso, al centro operativo Dia di Padova, la cattura di 26 soggetti, accusati in concorso con l'arrestato di molteplici gravi reati, tra cui l'associazione di tipo mafioso, l'usura, l'estorsione, l'esercizio abusivo dell'attivita' di intermediazione finanziaria, in danno di centinaia di imprenditori operati in quasi tutto il nord Italia (prevalentemente nel nord-est), in alcune regioni del centro Italia e nel mezzogiorno (Sardegna, Umbria e Puglia).

L'attivita' criminosa del "gruppo", (i cui vertici risultano riconducibili a "clan" camorristici del casertano "Casalesi"), resa particolarmente insidiosa dalla delicata congiuntura economica e dal ricorso a modalita' violente tipiche dell'associazione mafiosa, si concentrava su soggetti in difficolta' finanziaria, utilizzando come copertura lo schermo legale della societa' di recupero crediti "Aspide srl", con sede principale in Padova, base logistica-direzionale da cui promanavano le direttive per i sodali sottordinati, venivano pianificate le attivita' di riscossione e le spedizioni punitive nei confronti dei debitori insolventi.

L'organizzazione, armata, gerarchicamente strutturata con distinzione di ruoli operativi, e diretta con spietata determinazione dal leader indiscusso Mario Crisci, detto "il dottore", erogava crediti a tassi fortemente usurari (fino al 180% annuo), alle vittime, sino a soffocarle, costringendole a cedere le proprie attivita' economiche (imprese, societa' e beni valutati nell'ordine di svariati milioni di euro) o, talvolta, a procacciare per la struttura criminale nuovi "clienti" nel tentativo di arginare il proprio debito cresciuto vorticosamente in breve tempo. Di fronte ai ritardi nel pagamento scattavano brutali pestaggi.

Il denaro affluiva nelle "casse" del gruppo attraverso l'ingegnoso sistema della carte poste-pay (ricaricate dalle elargizioni delle vittime) in dotazione ai sodali e serviva, inoltre, a distribuire fra di essi i compensi dell'attivita' criminale (veri e propri stipendi mensili).

Parte dei proventi, infine, era destinata a soddisfare la necessita' economiche di dentenuti affiliati alla camorra e dei loro familiari.

L'attivita' di indagine, sviluppata attraverso intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e pedinamento, e con l'ausilio di sofisticati accertamenti tecnici aveva gia' consentito il sequestro di una copiosa documentazione di rilevante interesse probatorio detenuta dall'organizzazione (assegni, cambiali e cessioni di credito aziendali degli usurati per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro), nonche' armi e munizionamento da guerra. Inoltre, erano gia' stati identificati 135 imprenditori usurati e piu' di 100 societa' estorte, unitamente alla puntuale ricostruzione di episodi di sequestro di persona a scopo di estorsione, usura aggravata, estorsione aggravata, "forzato" traferimento di intere quote societarie dalle vittime ai loro aguzzini ed il diffuso ricorso ad illecite operazioni di attivita' di intermediazione finanziaria.

L'arrestato e' stato associato presso la Casa Circondariale di Parma.
 

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