Stupro Fano/Il riesame deciderà in due giorni: per pm è stata violenza di gruppo
ANCONA - Arrivera' entro un paio di giorni la decisione del Riesame del tribunale dei minorenni di Ancona sull'istanza avanzata dalla difesa dei tre diciassettenni accusati dello stupro di una quindicenne a Fano di revoca della custodia in carcere.
Ai giudici, i ragazzi, tutti di Citta' di Castello (Perugia), hanno ribadito oggi durante dichiarazioni spontanee, di ritenersi estranei dall'accusa di violenza sessuale. Il 9 luglio scorso il gip del tribunale dei minorenni di Ancona Danila Indirli aveva respinto una prima richiesta degli arrestati - difesi dagli avvocati Giancarlo Viti e Vittorio Betti, dall'avv. Flavio Grassini e dall'avv. Valerio Collesi -, confermando in sostanza la sussistenza delle esigenze cautelari, in particolare del pericolo di reiterazione del reato.
All'udienza di riesame, durante la quale e' intervenuto per replicare il pm Franco Venarucci, le difese hanno sostenuto che, oltre alla mancanza di esigenze cautelari, non ci sarebbero neanche i gravi indizi di colpevolenza a carico dei giovani, attualmente detenuti rispettivamente a Bari, Firenze e Roma. Dunque i difensori hanno chiesto ai giudici di riesaminare l'intero quadro indiziario e cautelare. In ogni caso, secondo i difensori, le eventuali esigenze cautelari potrebbero essere tutelate anche con una misura meno pesante. Anche oggi erano presenti i genitori dei tre ragazzi.
In merito ai fatti accaduti il 25 giugno scorso vicino ad uno chalet sulla spiaggia dell'Arzilla a Fano, durante la Notte Bianca, pm e parte offesa la pensano in maniera opposta rispetto alle difese. Secondo l'accusa i tre stuprarono uno dopo l'altro per circa mezz'ora la minorenne, conosciuta quella sera, minacciandola poi perche' non rivelasse nulla dell'accaduto. Nell'ordinanza cautelare, il gip aveva espresso ''viva perplessita' per il modello educativo in materia sessuale introitato dai ragazzi'' che ''sembrano vivere come normale ed adeguata la sessualita' 'rapace' descritta senza neppure mostrare di aver compreso il disvalore sociale delle loro condotte''.
I segni di costrizioni (lesioni alle ginocchia e a una spalla), riscontrati sulla ragazza nel primo referto medico, secondo l'accusa, confermerebbero la violenza. Mentre gli indagati, pur non negando di aver avuto contatti sessuali con la giovane, negano di averla costretta ad appartarsi e di aver commesso violenza sessuale su di lei.

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