Stupro Fano/Sei ore di interrogatorio per i tre minorenni che negano la violenza
ANCONA - Oltre due ore di interrogatorio ciascuno davanti al gip del tribunale dei minorenni di Ancona Danila Indirli (e non Laura Seveso come appreso in precedenza) per i tre diciassettenni accusati di aver stuprato in gruppo una quindicenne di Fano durante la Notte Bianca del 25 giugno.
Gli indagati, tutti di Citta' di Castello (Perugia), hanno ribadito al gip di non aver usato violenza sessuale sull'adolescente. Affiancati dai legali e accompagnati dai genitori, uno dopo l'altro hanno ripercorso i fatti accaduti nei pressi di uno chalet della spiaggia dell'Arzilla quella sera, culminata, secondo l'accusa, in uno stupro di gruppo.
Gli indagati, invece, pur non negando di aver avuto contatti sessuali con la ragazza, sostengono di non averla in alcun modo trascinata, costretta ad appartarsi e stuprata. Le difese hanno depositato memorie difensive con le testimonianze di amici e anche di insegnanti, per dimostrare che si tratta di ragazzi normali, studenti, senza alcun profilo di aggressivita'.
Anche su queste basi le difese, ritenendo insussistenti le esigenze cautelari e in particolare il pericolo di reiterazione del reato, hanno chiesto la revoca della custodia in carcere o la sua sostituzione con una misura cautelare piu' lieve. Per l'11 luglio e' fissata, invece, l'udienza del tribunale del riesame di Ancona per discutere analoghe istanze.
Pochi i particolari filtrati dagli interrogatori. I tre hanno riferito di aver conosciuto la quindicenne quella sera stessa, forse attraverso amicizie comuni. Poi si sarebbero appartati con lei a turno. Uno dei giovani, sentito per primo e assistito dagli avvocati Giancarlo Viti e Vittorio Betti, si sarebbe allontanato prima degli altri.
Il giovane si sarebbe detto dispiaciuto per la ragazza, aggiungendo pero' di essere convinto di non aver fatto nulla di illecito. Gli altri due - assistiti rispettivamente dall'avv. Flavio Grassini e Valerio Collesi - sarebbero rimasti con la quindicenne. Secondo la loro versione, prima di andarsene l'avrebbero anche salutata senza che la ragazza manifestasse disagio o muovesse loro addebiti.
Si tratta, ovviamente, della versione degli arrestati che, dopo il fatto, erano stati rintracciati in poche ore dai carabinieri. Inizialmente denunciati a piede libero, i tre erano stati poi arrestati sabato scorso per ''gravi indizi'' e pericolo di reiterazione del reato.
Il gip aveva accolto la richiesta della Procura dei minori, esprimendo ''viva perplessita' per il modello educativo in materia sessuale introitato dai ragazzi'', che a detta del giudice ''sembrano vivere come normale ed adeguata la sessualita' 'rapace' descritta senza neppure mostrare di aver compreso il disvalore sociale delle loro condotte''.
Secondo la vittima, invece, avrebbero abusato di lei per circa mezz'ora in spiaggia, minacciandola poi di non rivelare nulla dell'accaduto. Il legale della famiglia della quindicenne, l'avv. Enrico Cipriani, aveva parlato di una ''violenza sessuale gravissima'' commessa sulla ragazza. D'altra parte, nel primo referto medico, erano stati riscontrati segni della costrizione a cui la giovane sarebbe stata sottoposta: in particolare lesioni a una spalla e alle ginocchia.

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