Pajetta, i cento anni del ragazzo rosso
Cara mamma, stai tranquilla, di qui non uscirò né tubercolotico, né crociano». Così scriveva nei primi anni trenta dal carcere Giancarlo Pajetta, alias «Nullo», autonominatosi così in onore di un eroe garibaldino morto per l’indipendenza polacca. Se fosse vivo oggi avrebbe cento anni, ma è scomparso venti anni fa, l’11 settembre 1990, amareggiato per la fine della «cosa» che aveva dato senso a tutta la sua vita: il Pci.
In quelle righe fiere e sprezzanti c’era tutto Pajetta, l’anima rabbiosa e generosa di quel Pc.d’I, che poi divenne il «partito nuovo» di Togliatti. E che lo divenne anche grazie all’indole di uomini come «Nullo»: settaria e aperta, fideista e problematica, disincantata e indomita. Ma chi era quel Pajetta, destinato a diventare recluso, comandante partigiano e vice di Longo, membro della segreteria, deputato, responsabile esteri e direttore di Rinascita e de l’Unità?
di Bruno Gravagnuolo Tratto da http://www.unita.it/

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