PERUGIA - Filippo Timi riscrive in vernacolo perugino un pilastro della letteratura teatrale come Giulietta e Romeo e porta Shakespeare dalle rive del Tamigi a quelle umbre del Tevere. Lo spettacolo (sottotitolo: ''mengolfi l'core, amore'') debuttera' al teatro romano di Spoleto, per il Festival dei due mondi, il 2 luglio. Poi sara' anche al Morlacchi di Perugia in novembre per la stagione del Teatro stabile dell' Umbria, che lo ha prodotto.

Il legame di Timi con la sua citta' e' notoriamente molto forte. Lo prova il fatto che l'attore e' stato scelto come testimonial del lancio del logo della candidatura di Perugia e Assisi a capitale europea della cultura 2019. L'anno scorso Timi era stato iscritto all' albo d'oro della citta', nella festa del 20 giugno, tra le personalita' che si sono distinte nel campo della cultura e del sociale.

La sua predilezione per il vernacolo, che ora lo ha spinto a ''tradurre'' il capolavoro di Shakespeare, lo ha indotto a spiegare in quella occasione, scherzosamente, che solo quando parla il dialetto non balbetta mai. L'uso del volgare perugino pero', come ha spiegato Timi, risponde anche ad altre finalita': ''con l'aiuto del volgare l'amore diventa terreno, carnale, vivace e totale. Il dialetto sporca di vita la poesia''.

Ed ancora: ''il dialetto tradisce la bella lingua, le strappa il pizzo della forma, la lascia in mutande''. Ed e' lui stesso a chiedersi, a proposito di questa singolare revisione della tragedia d'amore piu' famosa: ''irriverente? Assolutamente si'!''.

Al ''Giuliett'e Romeo'' di Timi partecipano anche Lucia Mascino, Vittoria Chiacchiella, Luca Rondolini, Mauro F. Cardinali.
 

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