Festarch: con una buona architettura contro le “anticittà”
PERUGIA - Una ''architettura civile e una societa' aperta e consapevole dell'importanza dei luoghi collettivi per eccellenza, ovvero le citta''': e' questa la risposta che l'architettura, se coniugata con la buona politica, puo' dare a quella sorta di ''anticitta''' che minaccia di disgregare le comunita' urbane moderne.
Una ricetta, questa, ribadita nei primi incontri di Festarch, la manifestazione inventata e diretta da Stefano Boeri che, dopo due anni di stop, si svolge tra Assisi e Perugia fino a domenica prossima.
Le spinte all'individualismo e alla dissipazione, spiega Festarch, in Italia e nel mondo stanno sgretolando i presupposti stessi delle nostre aree urbane, la cui cruda realta', spesso, e' quella di pezzi di citta' che, viste dall'alto, o attraversandole, sembrano costituite da oggetti solitari, monadi ammassate nel territorio. In sostanza, un arcipelago di sistemi chiusi, in cui la spinta alla frammentazione ha distrutto la varieta' sociale.
Non e' strano che pezzi di anticitta' in Europa, per esempio in Francia, abbiano generato rivolte. Ma ci sono casi, da Medellin a Cagliari a Tirana, in cui architettura e politica hanno dimostrato di poter contrastare l'anticitta'. ''Un elemento fondamentale, anche simbolico - spiega Boeri - da cui ripartire e' la scuola pubblica aperta a tutti, tutti i giorni e a tutte le ore, uno spazio fisico che faccia da punto di riferimento per la comunita'''.

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