Gran parte dei reattori disattivati nel 2011, dal 2022 blocco totale e irreversibile.
Entro la fine di quest'anno 8 dei 17 reattori tedeschi bloccati per manutenzione e controlli sulla sicurezza dopo la catastrofe di Fukushima, verranno spenti per sempre. Gli altri seguiranno lo stesso destino, in successione, fino al 2022, anno del black-out totale dell'atomo: tre reattori verranno tenuti in stand-by, per le emergenze, fino al 2023 e uno solo rimarrà, sempre spento ma pronto all'occorrenza, nel 2024. Fra il 2020 e il 2030, secondo il programma del governo tedesco, la percentuale di energia che viene dal rinnovabile dovrà arrivare a coprire almeno il 70-80% del fabbisogno energetico. La Germania cristiano-conservatrice di Angela Merkel, la Germania che ha visto i Verdi decollare e diventare il primo partito di opposizione, la Germania che prendeva dall'atomo il 22% della propria energia ma da tempo lavorava per riconvertirsi alle rinnovabili, ha deciso così di spegnere definitivamente le centrali atomiche. Decisione, dice il ministro tedesco dell'ambiente Norbert Röttgen, "irreversibile".

Da sempre avanguardia dell'economia europea, la Germania ha deciso di imboccare la via più rapida e radicale possibile di riconversione, cosa che era già in programma con obiettivi scadenzati sul lungo periodo, ma inesorabili e chiari: il nucleare va spento, le energie rinnovabili sono il futuro. La dipendenza dalle centrali, già dal 1998 a oggi, è diminuita dal 33% al 17% del fabbisogno totale di elettricità: già adesso, quindi, la percentuale di energia che si ricava dall'atomo è largamente inferiore a quella che viene da eolico, fotovoltaico, biomassa e altre energie rinnovabili (il 22%). Un cambiamento che ha reso la Germania un paese economicamente ancora più forte (l'industria made in Germany è cresciuta del 48%) e più competitivo rispetto ad altri giganti, come la Francia, che però ancora non riescono a tagliare il cordone ombelicale col nucleare.

Dopo la tragedia di Fukushima la Germania ha avviato, sotto la spinta di grandi mobilitazioni di opinione pubblica, una riflessione vera sull'argomento, a differenza delle finte moratorie e del furto sui referendum che si vedono in Italia. Una riflessione seria che ha visto protagonisti non solo Verdi e partiti ecologisti, ma anche la stessa Dc tedesca, un partito di centro, conservatore. Tant'è che l'addio al nucleare è stato sancito oggi dal governo tedesco in collaborazione con una commissione etica bipartisan del Parlamento e dopo seri negoziati e confronti con le opposizioni (socialdemocrazia, verdi, Linke) e sindacati, Chiese, parti sociali.
E in Italia? Altro che consultare la società civile! In Italia si fa un finto stop all'atomo con l'obiettivo dichiarato di far fallire il referendum, non far votare gli italiani "emotivi" del dopo-Fukushima e riproporre l'affare tanto ghiotto per le lobby dell'energia, una volta passato il pericolo del quorum (e del legittimo impedimento). Un vero e proprio furto di democrazia, un inganno, una truffa. Chissà come mai la Germania decolla e l'Italia rimane indietro.

Fonte: verdi.it/energia

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