Perugia/ Fermati due libici pro Gheddafi: volevano cacciare ambasciatore Bengasi
PERUGIA - Due giovani libici sono stati sottoposti a fermo dalla procura di Perugia con l'accusa di aver compiuto una serie di reati per condizionare loro connazionali al fine di impedire l'espandersi dell'influenza del Consiglio nazionale transitorio, riconosciuto dal Governo italiano, in favore del regime del colonnello Gheddafi.
L'indagine, condotta dalla Digos di Perugia, coordinata dal sostituto procuratore Giuliano Mignini e dal procuratore capo Giacomo Fumu, vede indagate in tutto una decina di persone a vario titolo. Ai due fermati, di 21 e 33 anni, che domani compariranno davanti al gip per l'udienza di convalida, viene contestato di essersi associati con altri connazionali per compiere reati quali quelli di minacce, violenza privata e invasione di edifici. I due sarebbero stati al vertice della presunta associazione.
Tra gli episodi al vaglio degli investigatori anche il tentativo di invadere la sede romana della rappresentanza del Governo transitorio di Bengasi. Questo con l'obiettivo - ipotizza la procura - di allontanare con la forza il rappresentante diplomatico del Consiglio nazionale transitorio.

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