PERUGIA - Ripercorre la storia degli acquedotti di Perugia, dal Medioevo ad oggi, la mostra ''Alla scoperta dell'acqua'' in corso alla Rocca Paolina nell'ambito della manifestazione ''Perugia green days''. E' un percorso didattico rivolto ai bambini e ragazzi delle scuole che con vecchie mappe, foto, riproduzioni grafiche fa rivivere il ''miracolo'' di avere fatto 'salire' l' acqua fino alla Fontana Maggiore di Perugia, a quasi 500 metri di altezza, quando ancora non c'erano pompe ed altri piu' moderni strumenti. Tanto che Uguccione Ranieri di Sorbello nella sua opera ''Perugia della bella epoca'' scriveva che ''dappertutto in Italia si parlava di questa straordinaria citta' dove l'acqua saliva invece di scendere''.

La storia del rifornimento idrico di Perugia comincia nel 1280 quando con una condotta l'acqua della sorgente Vene di Monte Pacciano viene portata fino alla Fontana Maggiore appena realizzata. Di acqua pero' ne arriva poca per problemi vari tanto che nel 1322 viene costruita una nuova condotta, di tubi di piombo, con un tracciato diverso che dalla stessa sorgente arriva nella piazza piu' grande e piu' bella di Perugia. E' un acquedotto medioevale che resta la colonna portante del rifornimento idrico della citta' per circa cinque secoli, fino al 1800.

Non mancano pero' guasti ed interruzioni per frane, per il calcare che ostruisce la condotta, per danneggiamenti e furti dei tubi di piombo, allora materiale particolarmente prezioso. E' solo nel 1827 che si procede a rinnovare l'opera con una nuova tubazione di 4.300 metri che da Monte Pacciano passa attraverso le localita' di S. Orfeto e S. Marco.

La citta' nel frattempo cresce, non c'e' piu' lo Stato Pontificio e l'Italia ormai e' unita quando nel 1883 per aumentare la portata e fare fronte ai consumi crescenti viene costruito un nuovo serbatoio di 6.500 metri cubi poco a valle del vecchio Conservone. Ma non basta. C'e' bisogno di cercare nuove e piu' abbondanti sorgenti, che pero' sono anche piu' lontane, sugli Appennini.

Ne vengono individuate due, una della Scirca, nei pressi di Costacciaro, e l'altra, meno abbondante ma piu' vicina, a Bagnara di Nocera Umbra. Per ragioni di costi viene scelta la seconda. In 22 mesi di lavori viene costruita la nuova tubatura che porta l'acqua pura e fresca degli Appennini sino al nuovo serbatoio di Monteripido. L' inaugurazione avviene il 20 settembre 1899 con una festa straordinaria che dura circa una settimana e coincide con l'inaugurazione di un'altra grande opera, l'impianto elettrico di illuminazione pubblica della citta'.

In mostra c'e' un manifesto originale del programma di festeggiamenti di quell'evento epocale alla vigilia del nuovo secolo: ci sono gare di tiro al piccione, tiro a segno, una tombola con il premio eccezionale di 1.500 lire, fuochi d'artificio, spettacoli. Passa la Grande guerra, la citta' cresce ancora e si progetta un'altra conduttura per portare l'acqua della Scirca, una cascata tra le rocce di 100 litri al secondo, fino alla lontana Perugia. E' il 1932, i tubi non sono piu' di piombo ma di ghisa, ed a Porta S. Angelo viene costruito un nuovo serbatoio. Si lavora con asini e muli, donne scalze (ci sono foto d'epoca) portano sulle spalle o sulla schiena come fossero bimbi le pietre salendo in montagna per stretti sentieri.

L'inaugurazione, anche questa solenne, della nuova opera avviene il 24 agosto 1932 con l'intervento di Benito Mussolini che - raccontano le cronache del tempo - fece ''zampillare'' l'acqua dalla Fontana Maggiore. E' l'ultima grande impresa di questa avventura dell'acqua che ''sale'' a Perugia.
 

Condividi