Laboratorio teatrale Unitre
14 / 15 maggio 2011 ore 21
SALA CUTU
P.za G.Bruno 9 Perugia

Il lavoro teatrale “La camera di sangue “, conclusione del Laboratorio Teatrale UNITRE di Perugia anno di corso 2010/11, prende spunto dalla fiaba di Barbablu, scritta da Perrault e pubblicata nel 1697 in una raccolta intitolata “I racconti di Mamma Oca” anche se fa parte di una tradizione orale molto più antica.

Il racconto di Perrault parla di una sposa fanciulla che acconsente alle nozze affascinata dalle lusinghe e dai doni profusi dallo sposo, BARBABLÙ, dopo aver messo a tacere i ragionevoli dubbi sul futuro consorte, simboleggiati da quell’insolito colore blu della barba, che l’intuito le suggeriva strano.

Tutto nella nuova dimora è nuovo e affascinante, ma il fascino più potente è esercitato dalla possibilità di trasgredire al divieto di aprire la stanza proibita. E’ lì che la giovane sposa scopre nell’ orrore il sangue e i corpi delle mogli che l’hanno preceduta . La morte, la verità ignorata , diventano di colpo realtà. Timorosa, cerca di nascondere la prova dell’infrazione, quella chiave macchiata di sangue , ma Barbablù , scoprendola, decreta la morte della giovane sposa.

Naturalmente la fiaba ha un lieto fine: la fanciulla chiama a raccolta fratelli e sorelle e tutte le energie che erano sopite in lei per la troppa abitudine a conformarsi a modelli dati, ad essere passiva, graziosamente carina, e, in un assalto congiunto, il predatore viene aggredito e, con furia, fatto a pezzi.

Il lavoro si è ispirato ad una originale versione del racconto realizzata dalla scrittrice inglese Angela Carter, che rivisita la fiaba e la traspone in un ambiente sociale e temporale più vicino al nostro facendone emergere la grande attualità.

Una donna matura racconta di quando, giovanissima, si lasciò sedurre da un uomo molto più anziano di lei. Furono i suoi costosi regali a sedurla? La possibilità di ascesa sociale? Il mistero di una potente sessualità?

“ … Mi vidi come lui mi vedeva … come un pezzo di carne sul bancone di marmo di un macellaio … Capii che in me c’era una predisposizione alla corruzione … “

Barbablù è l’Inferno che entra in risonanza con la piccola fiamma che ha dentro la giovane sposa.
Senza entrare all’Inferno, senza sfiorarne le fiamme non c’è Paradiso, non c’è possibilità di benessere senza consapevolezza. Solo scoprendo la nostra corruttibilità riusciamo ad individuare la corruzione e a difenderci da essa e dai corrotti, a spezzare il filo rosso che lega vittima e carnefice e il bisogno perverso che hanno l’uno dell’altro. Il marchio indelebile dell’esperienza sarà insieme ombra perenne e potente antidoto.

In un mondo dove la promessa del successo, dell’ascesa sociale e della ricchezza sembra corrompere costantemente le nostre anime spingendoci a tradire la nostra intima essenza, il predatore è sempre in agguato. Solo la cognizione delle capacità di intuito, di passione, di immaginazione, di fortezza e di intelligenza di noi donne ci può liberare dalle sue minacce e rendere capaci di affrontare le sfide che ogni giorno il teatro della vita ci pone di fronte e a cui possiamo dare risposte sempre nuove e sempre più adeguate.
 

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