Assisi/Sel dice no all’inceneritore in città e chiede chiarezza su differenziata
Se Claudio Ricci dovesse diventare sindaco ad Assisi la sua soluzione per lo smaltimento dei rifiuti in città sarà un inceneritore. lo scrive con qualche furbizia di troppo e poche idee e anche confuse al punto 7 del suo programma elettorale: la sua intenzione è realizzare " un "micro termovalorizzatore, per smaltire rifuti e rendere conveniente la raccolta differenziata, per non aumentare né tasse né tariffe."
Ad affermarlo è il circolo Bella Ciaò di Sinistra Ecologia e Libertà i una nota a firma dei due portavoce Maurizio Tomassini Alessandro Comi.
“Come nel suo stile – sostengono Tomassini e Comi - anche questa volta il sindaco tenta di dire tutto e anche il contrario, salvo la verità. Le domande sono ovvie: Che cosa vuol dire un termovalorizzatore "micro"? Perché bruciare rifiuti dovrebbe rendere anche conveniente la raccolta differenziata? Dove intende bruciare immondizia ed avvelenare i cittadini? Perché non lo precisa prima delle elezioni? Paura di perdere voti e consensi per la probabile reazione negativa delle popolazioni interessate?”
Per Sel è quindi il caso di riassumere innanzitutto la situazione rifiuti ad Assisi cominciando da un giudizio drastico sull’attuale situazione della raccolta differenziata che viene senza mezzi termini definita disastrosa.
“Nel 2009, ultimo dato certo, fonte Arpa – si dice nella nota -, è data al 20,75%. Praticamente poco più di quella di una città come Napoli che è al 18% e che è diventata nell'immaginario collettivo mondiale il simbolo della ‘monnezza’.
Sempre nel 2009 ad Assisi è calata rispetto all'anno precedente del 17,09%.
In tutti questi anni di governo del centrodestra non è mai stato approntato un piano decente per risolvere veramente il problema: lo conferma il fatto che solo in una parte marginale del comune esiste la possibilità per i residenti di poter separare i rifiuti. La raccolta differenziata viene fatta ancora oggi in qualche zona di pianura. Zero opportunità in tutte le altre realtà a cominciare dal centro storico.
Il porta a porta riguarda, anche qui in maniera molto parziale , solo la carta e i rifiuti residui privi di sostanze organiche.
Numeri e dati quindi che ad Assisi sono in totale controtendenza rispetto quasi tutti gli altri comuni dell'Umbria”.
Sinistra Ecologia Libertà propone al contrario una strategia rifiuti zero: senza discarica, senza inceneritore, senza immondizia. Una cosa possibile e non un’utopia.
“Se il sindaco Claudio Ricci non conosce queste tematiche dello smaltimento dei rifiuti – sostiene Sel - potrebbe sempre cominciare a copiare chi è anni luce più avanti: per esempio un comune nemmeno troppo lontano della Toscana, Capannori, in provincia di Lucca”.
In quella realtà di 45.000 abitanti, - spiegano Tomassimi e Comi - 40 frazioni, adottando un modello che fa leva su sostenibilità, associazionismo e partecipazione e in pochi anni si è arrivati ad una raccolta differenziata totale del 65% e nelle zone dove si fa il porta a porta all'82%. Obiettivo: rifiuti zero nel 2020.
Buono anche il riscontro per le tasche dei cittadini: le tasse sono scese del 20%. A Capannori l'amministrazione si è ritrovata nelle casse un milione e 640mila euro. Tutti soldi risparmiati che verranno reinvestiti per il benessere dell'ambiente e della comunità.
Per non parlare delle ricadute economiche: quel modello è incentrato su un meccanismo di raccolta differenziata che funziona in maniera scientifica e rigorosa e sta realizzando un vero e proprio business " pulito " dei rifiuti, andando anche a creare nuova occupazione (esperti in formazione, addetti alla raccolta, specialisti dell'ambiente).
Sinistra Ecologia Libertà si domanda quindi: per Assisi serve importare un modello così virtuoso o costruire un inceneritore (anche se "micro" come le proposte di Ricci) ?
“Infine – è la conclusione dei due portavoce - è opportuno ricordare come ormai la gran parte di esperti e di ricercatori concordano sul fatto che un impianto di trattamento termico dei rifiuti provoca un forte aumento di malattie gravi, come il cancro, malformazioni fetali, malattie infiammatorie, allergiche e perfino neurologiche dovute alla esposizione di agenti inquinanti (diossine, benzopireni,metalli pesanti, ossidi di azoto).Timori avvalorati anche da una recente direttiva del parlamento europeo, che dovrebbe essere recepita a breve anche da quello italiano con un apposito decreto legislativo e che pone il trattamento termico dei rifiuti all'ultimo posto nella gerarchia degli interventi da compiere per risolvere il problema”.




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