Inchiesta G8/ La “generosità” di Anemone: faceva regali a tutti
PERUGIA - ''Tutti coloro che conoscevano Anemone hanno ricevuto qualche regalo da lui, era cosa notoria... Recapitavo regali per tutti, attori, registi, politici, preti''. A parlare, con i magistrati di Perugia che hanno di recente chiuso l'indagine sui grandi appalti, e' Ben Laid Hidri Fathi, tunisino, indicato come autista e factotum sia dell'ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci sia del costruttore Diego Anemone, personaggio-chiave, secondo gli inquirenti, della cosiddetta 'cricca' degli appalti.
I pm di Perugia lo ascoltano il 27 aprile 2010, dopo che Fathi era stato ascoltato dai magistrati di Firenze un mese prima: l'interrogatorio e' allegato all'avviso di conclusione indagini recapitato agli indagati nei giorni scorsi. Il tunisino, in Italia dal 1989, spiega di essere stato prima ''uomo di fiducia'' di Balducci e poi di essere diventando il factotum di Anemone (''penso che Balducci abbia garantito sulla mia affidabilita'.... loro erano amici molto intimi'', ''si frequentavano ogni giorno''), che lo ha regolarmente assunto.
''Le mie funzioni - racconta, parlando del lavoro con Anemone - erano di andare in banca, fare operazioni di sportello, ritirare soldi, ed altre piccole commissioni''.
Fathi (che e' stato condannato, a suo dire ingiustamente, per essersi illecitamente appropriato di una somma di denaro) viene indicato dagli inquirenti come colui che, tra l'altro, avrebbe consegnato all'architetto Angelo Zampolini, per conto di Anemone, varie somme di denaro per acquisiti di immobili destinati a personaggi delle istituzioni, compresi i 500mila euro in contanti che sarebbero serviti per l'acquisto dell'appartamento dell'ex ministro Scajola con vista Colosseo.
Inoltre, avrebbe consegnato una busta alla figlia dell'ex ministro Lunardi, che i magistrati sospettano contenesse denaro finalizzato a finanziare l'acquisto ''a un prezzo di favore'' di un palazzo di proprieta' di Propaganda Fide.
Su questi episodi, emersi gia' nel primo interrogatorio a Firenze, i pm di Perugia chiedono ulteriori chiarimenti. Il tunisino risponde: ''I soldi che io portavo a Zampolini per conto di Anemone erano i suoi; non so poi a cosa fossero destinati, per chi venissero acquistati gli immobili a cui si faceva riferimento'', ma ''era ovvio - aggiunge - che anche Balducci fosse quantomeno al corrente di quelle operazioni immobiliari''.
Tuttavia, riguardo ai 500 mila euro, ''avevo sentito dire, forse da Zampolini - prosegue il tunisino - che servivano per l'acquisto di un appartamento sopra il Colosseo per il ministro Scajola. Mi ricordo di quell'episodio perche' la somma che maneggiavo era particolarmente elevata; le altre volte si era trattato di 50-100-200 mila euro, non di piu'''.
''Ho incontrato piu' di una volta la figlia di Lunardi - mette poi a verbale Fathi - una volta perche' l'ho accompagnata presso l'ufficio di Anemone; un'altra volta le ho consegnato una busta; non so bene cosa contenesse'', ma ''dalla raccomandazione ricevuta da Anemone nella circostanza ho pensato che ci fosse un assegno''.
Fathi afferma anche di essere andato piu' volte a casa di un generale, per controllare i ''lavori di manutenzione'': quel generale, dice, ''poteva essere Pittorru, di origine sarda; ai lavori della sua casa di Via Cavour ha provveduto Anemone''.
''Anemone conosceva tutti'', racconta ai magistrati il suo ex factotum. ''Aveva conoscenze anche in Vaticano; tra i tanti monsignori anche Mons. Camaldo, il cui nipote lavorava presso Anemone. A tutti loro portavo regali di Natale, argenti, vestiti; tutti regali che acquistavano presso il negozio Anatriello che adesso si e' spostato verso via Frattina; quando ritiravo i pacchi a volte pagavo, con assegno o contanti, erano cifre nell'ordine di 8/10.000 euro''.

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