Meredith/ Condannato il pusher che avrebbe rifornito di cocaina Amanda Knox
PERUGIA - L'omicidio di Meredith Kercher ed il contesto da cui e' scaturito, quello legato al ''mondo giovanile tra omologazioni comportamentali, valori e devianze'', continua a far parlare di se'. Torna ad evidenziarlo, stamani, il quotidiano locale ''Il giornale dell'Umbria'' (da sempre attento alla vicenda nella fase investigativa e processuale) che, dando notizia della condanna a 2 anni ed 8 mesi di carcere di uno spacciatore di cocaina che avrebbe conosciuto e frequentato Amanda Knox, si domanda se tale circostanza abbia avuto valutazioni nell'inchiesta sul delitto e, soprattutto se, ora, potrebbe avere risvolti nel processo d'appello nei riguardi dell'americana e di Raffaele Sollecito.
Al pusher la polizia e' arrivata attraverso il numero di cellulare rinvenuto nell'elenco memorizzato sul telefono di Amanda. Le chiamate tra le due utenze sarebbero intercorse anche nei giorni precedenti e successivi al delitto di Mez stimolando, pertanto, un approfondimento che ha portato alla scoperta di un giro di droga per studenti universitari e professionisti. Un traffico con protagonisti 3 ragazzi (uno ipotizzato come fornitore ed amante dell'americana) nei confronti dei quali e' stato aperto un fascicolo processuale.
In particolare si riporta un'informativa della polizia allegata al fascicolo in cui si sottolinea ''nel corso dell'attivita' investigativa in merito al procedimento penale 9066/07 (quello per l'omicidio Kercher, ndr) si appurava che una persona italiana ... avrebbe rifornito saltuariamente di sostanza stupefacente Amanda Knox, oltre ad avere presumibilmente avuto con lei dei rapporti di tipo sessuale''.
L'attivita' della polizia effettuata anche tramite intercettazioni telefoniche appurava che i tre rifornivano l'acropoli del capoluogo ed anche parte della periferia di cocaina, in risposta agli ordini dei clienti ed anche per soddisfare la richiesta di maghrebini.
Gli imputati (difesi dai legali Maria Laura Antonini, Aurelio Pugliese e Angelo Frioni), hanno optato per strategie diverse, una richiesta di giudizio in continuazione con altre posizioni penali in sospeso; una richiesta di patteggiamento, rigettata dal giudice ed un rito abbreviato, concluso, appunto con la condanna a 2 anni e 8 mesi.

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