Ampio spazio alla vicenda del cadavere a pezzi sui quotidiani dell’Umbria
PERUGIA - Ampio spazio stamani nella cronaca locale umbra, alla vicenda relativa al cadavere rinvenuto il 19 dicembre scorso sul Monte Tezio, identificato come quello di Olinto Leandri 87enne ex boscaiolo, ed al fermo per omicidio ed occultamento di cadavere del figlio 53enne dell'uomo.
Il ''Corriere dell'Umbria'' titola ''Ucciso e fatto a pezzi: arrestato il figlio''. Nel servizio a firma di Elio Clero Bertoldi trova spazio, accanto alla ricostruzione della vicenda ad oggi fornita dagli inquirenti ed alle indiscrezioni sulle ammissioni del presunto parricida (le cui immagini compaiono in grande formato sui vari media, tratte anche dai social network), l'aspetto sociale. Dal contesto nel quale e' maturata la vicenda ai rapporti difficili tra i protagonisti, un figlio legatissimo alla madre e critico nei confronti di un padre forse troppo distratto e poco affettuoso verso i familiari, dedito anche a frequentazioni extraconiugali (la moglie e' morta due anni fa di un male incurabile), ed ancora la precarieta' lavorativa del figlio diplomato Isef con trascorsi anche da macellaio, la sua personalita' particolare ed il sospetto di ''una mente non perfettamente compos sui''.
Spazio anche al movente, si parla di ''risparmi ritirati in banca'' alla fine di novembre (periodo al quale risalirebbe l'omicidio) sebbene non sia certo se dalla vittima o dal presunto parricida, ed alla storia. In 40 anni di cronaca giudiziaria, ricostruisce Bertoldi, quello di Leandri e' il terzo caso di cadavere smembrato in Umbria. Il primo avvenne alla prima meta' degli anni Settanta, quando un pastore sardo Ausilio Carcangiu, secondo l'accusa, fu ucciso, spezzato e dato in pasto ai maiali dal suo servo-pastore. Un secondo caso si verifico' negli Anni Ottanta e la vittima una donna, Maria Esposito prostituta napoletana, fu uccisa da un muratore spoletino sconvolto dal rifiuto di lei alla sua richiesta di sposarlo. La strangolo' e nascose per giorni sotto il letto per poi farla a pezzi e gettarla in 3 sacchi della spazzatura in un affluente del fiume Topino. Scontata la pena l'omicida s'impicco'.
''La Nazione'' in un servizio dal titolo ''Ammazza il padre e lo fa a pezzi: il figlio'' indica anche i luoghi dove il presunto parricida avrebbe disperso il padre ''nelle campagne dell'Umbria e, in parte, inserito in manufatti di cemento. Alla maniera dei mafiosi''. Ammissioni date per certe dalla giornalista Erika Pontini, comunque non confermate da fonti ufficiali.
Ne ''Il Giornale dell'Umbria'' il servizio ''Ucciso e fatto a pezzi dal figlio'' evidenzia come quello di Perugia sia ''un delitto dai contorni ancora da definire e sul quale continuano gli accertamenti da parte dei carabinieri di Perugia e dei militari del Ris''. Riportate le testimonianze dei conoscenti che descrivono la vittima come ''uomo solitario attratto dalle donne''.
Intanto oggi si attende la convalida del fermo disposto ieri dal sostituto procuratore Claudio Cicchella con l'autorizzazione del Procuratore capo Giacomo Fumu, mentre i carabinieri del nucleo operativo continuano le ricerche dei resti del corpo di Leandri, nonche' di accertare il luogo dell'omicidio, forse la casa di famiglia, nel centro storico dell'acropoli, le modalita' e lo strumento usato per sezionare il corpo.

Recent comments
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago