Di Nicola Bossi
PERUGIA – La questione Antonio Merloni, oggi, si sta giocando su due tavoli differenti. Quello meno importante a Perugia, in consiglio regionale, dove il comitato dei lavoratori ha chiesto un consiglio monotematico sulla crisi aziendale per “rafforzare l’impegno della ricerca di un nuovo inquirente” anche qualora il tavolo più importante quello di Roma al Ministero dello Sviluppo oggi emetta l’ennesima fumata nera sulle proposte di interesse manifestate da tre cordate: una iraniana, una cinese e una di imprenditori marchigiani. Il presidente del Consiglio Eros Brega ha chiesto tempo: “prima dobbiamo capire cosa uscirà fuori dalla riunione Marzano” e comunque “il Consiglio si è già espresso favorevolmente per un piano B: ovvero la industrializzazione dell’area Merloni con finanziamenti mirati”. Ipotesi quest’ultima che il comitato non vede di buonissimo occhio per via dei tempi lunghi e della non certezza occupazionale.
Da Roma i rumors parlano di una sola cordata degna di nota: quella degli iraniani. Perde quota invece quella cinese che addirittura nella sua proposta aveva fatto richiesta di una certa facilità di gestione anche per le merci provenienti dalla Cina tramite porto di Ancona. Una ipotesi poco realistica.
 

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