di Antonio Torrelli

Dopo l’aumento del 50 per cento dell’Unico Perugia, anche la Ferrovia centrale Umbra scalda i motori sul fronte dei rincari.

Il nuovo quadro (ancora tutto da accertare in sede regionale) è emerso dagli ultimi confronti tra i pendolari e tecnici della Regione, dopo che questi hanno lasciato intendere che non si può far fronte ad una riduzione dei finanziamenti senza aumentare il costo del biglietto. E forse anche quello degli abbonamenti. Senza dimenticare i disagi legati agli orari e ai servizi che da tempo preoccupano gli utenti della Fcu.

“Noi abbiamo già mostrato le nostre perplessità -dichiara Andrea Meniconi, presidente Comitato pendolari Fcu- anche se non abbiamo ancora la certezza sulla proposta degli aumenti”. Mai confermata, per ora, nemmeno dal diretto interessato di Palazzo Donini.

E’ certo, infatti, che negli incontri tra i vari comitati di rappresentanza e l’assessore Silvano Rometti si è sempre e solo parlato di “difficoltà economiche” della Regione sul piano dei sostegni alla Fcu. L’ultimo incontro risale a circa tre settimane fa e fino a quel momento non c’è stata nessun'altra presa di posizione.

La preoccupazione dei pendolari, però, è cresciuta proprio in questi ultimi giorni, quando, lunedì scorso, due tecnici della Regione hanno lasciato intendere che difficilmente si potrà evitare un aumento delle tariffe. Se cosi fosse, nella tratta San Sepolcro-Terni, non si pagherebbero più 3 euro e 95 centesimi fino a Perugia e 6,90 fino a Terni. Ma prendendo in considerazione il dato massimale del 40 per cento si arriverebbe a 9,66 euro per la corsa completa e a 5,53 per Perugia.

“Di fronte ad uno scenario del genere -aggiunge Meniconi- noi non possiamo non dichiararci contrari ai tagli a agli aumenti dei biglietti, soprattutto a fronte di un piano orario che mette in difficoltà i pendolari”.

Un esempio sono le corse mattutine da San Sepolcro a Perugia (delle 5:53 e delle 6:21), sulle quali il Comitato della Fcu punta il dito per le ormai abituali anticipazioni sulla tabella oraria di anno in anno. “Nel giro di due anni hanno anticipato le corse di 14 minuti -spiega il presidente di Comitato-, ma il treno arriva sempre allo stesso orario, dato che ne rimane fermo 10 a Ponte Felcino”. Ma non solo.

“Il treno delle 15:27 che parte dalla stazione S. Anna -sempre Meniconi- è un autentico disservizio per gli utenti della parte nord di Perugia, visto che hanno provveduto a tagliare 5 fermate per farlo arrivare prima”. Sì, ma di soli cinque minuti, senza contare tutte quelle persone che nel bel mezzo del pomeriggio vengono lasciate a piedi.

Dunque è questo il quadro poco felice della Ferrovia centrale Umbra, che dal 2011, forse, si adeguerà agli standard imposti dalla logica dei tagli che costringe di riflesso gli enti locali ad applicare la prassi impopolare (e ormai consolidata) degli aumenti.
 

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