La rivoluzione del calcio in Prima e Seconda Divisione: ecco cosa si vuole cambiare
di Euro Grilli
GUBBIO - Il progetto è quello di ridurre nel giro di tre anni da 90
a 60 le squadre che attualmente partecipano ai campionati di Prima e
Seconda Divisione di Lega Pro.
In questo modo verrebbero cancellati gli attuali tre gironi (A, B, C,)
di Seconda Divisione, la vecchia serie C2 e rimarrebbero tre gironi.
Insomma si
tornerebbe alla vecchia serie C, come era prima della riforma del 1978:
tre gironi vincendo i quali si sale in serie B, mentre retrocedendo si
finisce
direttamente tra i dilettanti della attuale serie D. Inutile dire che
il progetto ha fatto, sta facendo e continuerà a far discutere,
spaccando il mondo
dei calciatori e degli addetti ai lavori, tra coloro che sono
favorevoli e tra quelli che invece ritengono sbagliato abolire la
divisione tra Prima e Seconda
Divisione. Il presidente di Lega Macalli vuol comunque andare in fondo
e la sua “rivoluzione”, al di là delle suddivisioni future, la sta
portando avanti a
suon di verifiche Covisoc e penalizzazioni laddove vengono riscontrate
irregolarità. La Covisoc tornerà in pista il 16-17 novembre bussando
alle porte
di tutte le 90 squadre iscritte per verificare l'effettuato pagamento
degli stipendi a tecnici e calciatori con bonifico bancario entro il 14
novembre e
il versamento dell'iva e degli altri oneri e contributi Enpals. Lo
scorso anno sono state cancellate diverse squadre e Macalli vuol fare
piazza pulita di tutti quei club che economicamente non sono in grado
di tenere
il passo imposto dalla Lega Pro. Ecco allora il senso della rivoluzione
annunciata, del progetto di ridurre gli attuali cinque campionati a
tre. L'As Gubbio 1901 si è sempre dimostrata in perfetta sintonia con
le trasmissioni di RadioLegaPro e i controlli finora subiti hanno
sempre dato esito positivo. Il
riscontro oggettivo è che mai è stata inflitta alcuna penalizzazione.
“C’è bisogno di una ristrutturazione di tutto il calcio e in questo
senso il
progetto del presidente Macalli va sostenuto” attacca a dire il
presidente del Gubbio Marco Fioriti.. Che poi aggiunge: “Ma forse non
ci sarà nemmeno bisogno
di imporre tagli con il meccanismo delle retrocessioni e delle
promozioni e il contestuale stop ai ripescaggi. Le leggi imposte dalla
Lega fanno già una
selezione naturale. Per cui se sei in regola con i pagamenti e con una
sana gestione vai avanti, sennò i controlli trimestrali della Covisoc
ti mettono con
le spalle al muro e a fine stagione rischi di sparire”. “Il rigore
imposto dal presidente della lega – conclude Fioriti – è in fondo lo
stesso che ci vuole
per il buon funzionamento delle aziende. Non si può e non si deve
andare avanti alla “vogliamoci bene” perché è una politica miope,
rischiosa e che produce
solo disastri. Ci sono regole da rispettare, il Gubbio cerca di farlo e
finora cè sempre riuscito, e continueremo ad operare così. Il rigore
della Lega verso
le società è lo stesso che noi vogliamo all’interno dell’As Gubbio
1910. Non si ossono e non si devono fare i passi più lunghi della gamba
perché poi li
paghi, ma soprattutto perché rischi di compromettere gli equilibri che
ci onsentono di proseguire lungo la strada indicata dalla Lega. Sono
momenti
difficili per tutti, facciamo tanti sacrifici e vogliamo continuare a
operare n regola con le normative perché vogliano un calcio pulito e
sano”.
“Bisogna riconoscere ai nostri dirigenti – ha detto il direttore
generale dell’ As Gubbio 1910, Giuseppe Pannacci – una correttezza di
comportamento esemplare.
Sono personaggi che si stanno impegnando in prima persona anche in
questo momento di difficoltà generale, garantendo una amministrazione e
una gestione
oculate e nel pieno rispetto delle normative. Tutti gli sportivi
eugubini devono essere orgogliosi di una società dall’operato
cristallino, che è
considerata tra quelle virtuose di tutta la Lega Pro e che viene – a
volte - anche presa a modello”. “Ci sono difficoltà oggettive – ha
aggiunto Pannacci –
legate alla crisi economica globalizzata e anche alla attuale situazione della
nostra Lega. Le società che come noi fanno giocare i giovani devono
attendere tempi lunghi per incassare quanto previsto dai minutaggi. Al
tempo stesso però
devono essere in regola con i pagamenti da effettuare nei tempi previsti. E in
questa situazione anche il nostro club arranca, ma riesce a tenere lo
stesso il passo grazie alla correttezza e disponibilità, come dicevo
prima, dei nostri dirigenti, presidente e vice presidenti in primis”.
“Il presidente Macalli – ha
concluso il direttore generale – fa comunque bene a portare avanti il
suo pogetto che se dovesse essere approvato nel giro di quattro anni
farà piazza
pulita di tutti quei club che durante l’anno ne fanno di cotte e di
crude ma poi inevitabilmente a fine stagione rischiano di sparire. E
anche la prossima
estate, vedrete, ci saranno diverse squadre in odore di fallimento”.
"Con le difficoltà che ci sono in questo momento - ha commentato il direttore
tecnico Gigi Simoni - un maggior rigore è cosa saggia per evitare che altre
società vadano avanti senza criterio per poi miseramente fallire creando
sconquassi e danni anche di un certo rilievo. I club che fanno fatica sono
molti e non tutti meritano l'esclusione, per questo il senso della politica di
Macalli è ben definito ed è quello di premiare le società virtuose e di
stoppare quelle che cercano di andare avanti con espedienti". "Bisogna
studiarla bene e dovrei pensarci su molto - ha aggiunto - ma mi sembra che la
direzione presa dal presidente sia quella giusta". "Se chi non ce la fa a
rispettare le regole della Lega Pro retrocede in serie D - ha concluso Simoni -
e mi sembra che sia una conseguenza logica, senza fare tragedie che non hanno
senso".
Anche il tecnico Vincenzo Torrente è in linea: "La situazione è quella che è.
Diverse squadre non riescono a rispettare le regole, quindi è meglio fermarle
per evitare che ogni situazione si incancrenisca e finisca poi in un unico
modo: il fallimento. E allora sì che si creano problemi grossi. Meglio ridurre
gradatamente il numero delle società che riescono a stare in lega Pro piuttosto
che arrivare tutti gli anni a fine stagione con tanti club che vengono
cancellati o che sono costretti a ripartire da categorie ancor più basse". "Con
le dovute cautele - ha concluso l'allenatore Torrente - e seguendo principi di
giustizia e equità ritengo che il progetto della graduale riduzione delle
società da 90 a 60 e del numero dei campionato da cinque a tre sia la strada
giusta da seguire".
Infine il capitano del Gubbio, Alessandro Sandreani: “Anche io sono d’accordo
per una maggiore selezione. E’ inutile fare castelli di sabbia durante il
campionato, ingaggiare giocatori a grosse cifre, spendere e spandere e poi a
fine stagione finire in fallimento. Quindi sì alla ristrutturazione, ma anche
un pensiero ai colleghi calciatori che, in virtù di questa rivoluzione
rimarranno senza lavoro. La nostra associazione calciatori, presidente Campana
in testa, dovrà vigilare con attenzione ma, ripeto, in linea di massima l’
intento del presidente Macalli è condivisibile poiché vuol garantire un
regolare svolgimento dei campionati tra società che possono permettersi di
affrontare certe spese sgombrando il campo da quei club che pur di esserci
fanno mille artifizi e poi spariscono rischiando anche di minare la regolarità
stessa dei campionati”.

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