E' nata anche in Umbria l'area programmatica “La Cgil che vogliamo”
In data 12 ottobre si è tenuta presso la Camera
del Lavoro di Terni una affollata assemblea di lavoratori e lavoratrici
iscritti alla CGIL dell’Umbria, che ha sancito la nascita dell’area
programmatica “La Cgil che vogliamo” alla presenza del coordinatore
nazionale Gianni Rinaldini.
Le motivazioni che danno luogo alla nascita di quest’area anche nel
territorio umbro, sono riconducibili al percorso congressuale e alle
regole democratiche previste dalla CGIL, all’interno di un governo
unitario che valorizza le diversità e garantisce la sintesi, nel
rispetto delle diverse articolazioni.
La situazione nel nostro Paese registra una forte accelerazione di
negazione delle libertà e della democrazia. La recente vicenda di
Pomigliano, la disdetta del contratto dei metalmeccanici da parte di
Federmeccanica, accanto al blocco della contrattazione nazionale e
integrativa per il Pubblico Impiego, alla negazione del diritto al voto
per le elezioni delle rsu sempre nel Pubblico Impiego e nella Scuola,
alla rivisitazione del collegato lavoro che si compone come una vera
controriforma del diritto del lavoro, segnano un aggravamento dei
rapporti con le altre organizzazioni sindacali e impongono alla CGIL la
ripresa di una fase di forte mobilitazione per riaffermare con
chiarezza a milioni di lavoratori l’esistenza di una organizzazione
sindacale sempre più determinata nella garanzia dei diritti,
nell’estensione della democrazia, contro le ingiustizie e le
disuguaglianze.
Prioritario appare quindi in questo ambito il nostro impegno per
l’affermazione di una legge sulla rappresentanza e la rappresentatività
delle organizzazioni sindacali che regoli tutto il mondo del lavoro.
L’unità sindacale è un valore da difendere ma non può che essere
costruita e ricercata sulle ragioni che riguardano la tutela e la
difesa dei diritti dei lavoratori. Le decisioni assunte a livello
nazionale da Cisl e Uil sulle deroghe contrattuali e sull’accettazione
della manovra economica definiscono una subalternità politica e
culturale all’attuale governo e alla Confindustria.
L’area programmatica “La Cgil che vogliamo” ritiene inaccettabile
qualsiasi forma di violenza e di offesa contro le organizzazioni
sindacali. Questi atti, tra l'altro, sembrano colpire soprattutto la
Fiom e la CGIL e sembrano mirare ad offuscare il valore di una
piattaforma sindacale che pone al centro il lavoro, la democrazia e i
diritti quali beni comuni.
Preoccupante è anche la situazione del lavoro nella nostra regione
che registra un aumento pericoloso dell’utilizzo della cassa
integrazione ordinaria e in deroga e del fenomeno del precariato, sia
nei settori pubblici che in quelli privati.
Pesanti sono le ripercussioni che i lavoratori ancora una volta saranno
costretti a pagare per la chiusura di grandi e piccole attività
produttive.
L’assemblea esprime la sua solidarietà e il suo sostegno ai tanti
lavoratori delle aziende in crisi tra cui in particolare la Merloni, la
Basell, l’Interpark, la Meraklon e l’Industria Dolciaria Piselli: è
necessario da subito che il tavolo “Alleanza per l’Umbria” affronti la
questione del piano industriale territoriale, che definisca come
priorità la salvaguardia dell’occupazione e delle professionalità, le
risorse a tutela dei redditi, l’aumento della cassa integrazione e il
finanziamento della cassa integrazione in deroga, che definisca
interventi a sostegno delle aziende che investono in innovazione e
occupazione.
L’attacco alla scuola pubblica e alla ricerca si concretizza anche nel nostro territorio nella riduzione dei plessi scolastici, nell’aumento del numero degli studenti nelle classi, nella riduzione dei corsi di laurea, nella perdita di circa 550 posti di lavoro. All’interno dell’Alleanza per l’Umbria va ridefinito il ruolo dell’Università che sia funzionale all’interno del sistema formativo e assistenziale umbro.
I tagli della manovra economica del governo incidono pesantemente
anche nella pubblica amministrazione della nostra Regione dove alti
sono i livelli del welfare che ha garantito la coesione sociale.
Permangono forti preoccupazioni, pertanto, per le ricadute sia
sull’occupazione che sulla qualità e quantità dei servizi pubblici
scolastici e del trasporto pubblico locale che si stanno determinando a
causa dei tagli effettuati e annunciati sia dai comuni che dalle
aziende sanitarie.
La CGIL non può permettere ulteriori perdite di posti di lavoro in un
settore come quello del welfare, indispensabile in momenti di crisi
dove si aggravano drammaticamente le situazioni di bisogno, di tutela e
di assistenza.
E’ necessaria quindi una forte autonomia della nostra organizzazione,
per evitare qualsiasi forma di licenziamento e comunque perdita di
posto di lavoro.
Siamo, inoltre, preoccupati per il sistema endoregionale che necessità
di una rapida ridefinizione anche a fronte dell’azzeramento del Fondo
per le Comunità montane deciso a livello nazionale.
Sono necessarie riforme e riorganizzazioni che nella trasparenza dei
bilanci e delle allocazioni delle risorse, e nella condivisione dei
percorsi, salvaguardino innanzitutto l’occupazione, garantiscano una
razionalizzazione e tutela dei servizi pubblici.
L’assemblea dell’Area “La CGIL che Vogliamo”, ritiene di fondamentale importanza la partecipazione alla manifestazione organizzata dalla FIOM per sabato 16 a Roma. I temi e le ragioni della manifestazione, che riguardano tutto il mondo del lavoro, rappresentano gli aspetti sui quali è necessario rilanciare l’azione sindacale della nostra Organizzazione.
L’assemblea ha inoltre deciso all’unanimità l’elezione del coordinatore regionale nella persona di Paolo Favetta, componente della segreteria regionale della Funzione Pubblica e ha inoltre deciso la composizione di un coordinamento regionale con un primo nucleo formato da Rossano Rubicondi e Cipriano Crescioni che sarà allargato con la presenza di compagni e compagne appartenenti alle diverse categorie e con diverse sensibilità.
Paolo Favetta
Coordinatore Area “La Cgil vogliamo Umbria”

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