Ieri ci ha lasciato Franco Piperno.
Franco curava per Machina la sezione «sestanti», uno strumento che, come scriveva lui, «serve per riorientare la rotta» in «un mondo in cui l’invenzione è fagocitata dall’innovazione».
I sestanti servono, infatti, per costruire un orizzonte che forse è sempre stato lì, ma che abbiamo smesso di scrutare. Ed è questo che ci ha aiutato a fare Franco, coi suoi articoli sul tempo, sulla fisica e sulla geometria, sulla critica alla tecno-scienza capitalistica.

La sua perdita ci diminuisce.

 Pubblicheremo una serie di materiali per ricordare la sua straordinaria ed originale figura.
Cominciamo oggi, segnalando il suo racconto autobiografico, «I lupi», a cui Franco teneva molto e che ha voluto fortemente pubblicare su Machina. Il testo, infatti, rappresenta una sorta di presupposto alle argute riflessioni sui temi su cui ha riflettuto e per cui ha combattuto una vita.

La rivoluzione per Franco era infatti «trasformazione radicale», ricomposizione di un «individuo sociale», processo che passa anche da un differente approccio che bisogna avere coi luoghi e con i suoi abitanti, come i lupi della sua, della nostra amata Calabria.

Caro Franco, oggi, con un dolore immenso, «festeggiamo» la tua «morte come potenza che assicura la vita», come ci hai insegnato a fare tu. (G.M.)

Tratto dalla pagina Facebook Machina

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