di Irina Smirnova

“La verità è che il Palazzo era pieno di sostenitori pro-Bolsonaro, di militari, e stiamo vedendo se possiamo correggere questo aspetto e inserire funzionari di carriera, preferibilmente civili, che erano qui e sono stati trasferiti”. Lo ha detto il presidente rieletto del Brasile Lula incontrando i giornalisti.

Intanto il giudice della Corte Suprema ha dato risposta positiva alla richiesta della procura di coinvolgere l’ex presidente nelle indagini
“Le dichiarazioni di Jair Bolsonaro sono state un’ulteriore occasione in cui l’ex presidente si è messo in una posizione teoricamente criminale ed offensiva nei riguardi delle istituzioni, in particolare la Corte Suprema”. Così il giudice della Corte Suprema del Brasile, Alexandre de Moraes, ha autorizzato la procura nazionale a mettere sotto inchiesta Bolsonaro come l’ispiratore dell’assalto contro le istituzioni brasiliane da parte dei suoi sostenitori.

“E’ importante segnalare che Bolsonaro è incorso in modo reiterato negli stessi comportamenti per i quali ora è sotto inchiesta”, ha aggiunto il giudice che ha così dato risposta positiva alla richiesta della procura di coinvolgere Bolsonaro nelle indagini per la rivolta di domenica scorsa.
In particolare si fa riferimento ad un video pubblicato dall’ex presidente su Facebook l’11 gennaio scorso in cui Bolsonaro suggerisce che la vittoria elettorale del presidente Luiz Inácio Lula da Silva sia stata frutto di manipolazioni della Corte Suprema e del Tribunale superiore elettorale.

“Questa è la prima volta nella storia del Brasile che un presidente eletto inizia a governare prima di entrare in carica”, ha detto invece Lula, parlando di se stesso, ma poi ha assicurato di non volere “perseguire” Bolsonaro durante il suo governo. “Il mio mandato è diverso, non combatterò Bolsonaro perché il mio compito è combattere la fame”, ha concluso Lula.

Il presidente brasiliano ha anche dichiarato che molti appartenenti alla polizia e alle forze armate sono complici dei sostenitori radicali pro-Bolsonaro che domenica 8 hanno preso d’assalto gli edifici presidenziali, del Congresso e della Corte Suprema. “Voglio vedere i video registrati all’interno della Corte Suprema, all’interno del Palazzo (presidenziale del Planalto). C’erano molte persone conniventi. All’interno c’erano molti membri conniventi della polizia, delle forze armate”, ha denunciato precisando di non aver ancora parlato con i suoi collaboratori sui suoi sospetti perché aspetta che la situazione si calmi un po’, ma di essere convinto che le porte siano state aperte ai protagonisti degli atti antidemocratici di domenica. “Sono convinto che la porta del Palazzo Planalto sia stata aperta per far entrare queste persone, perché non c’è nessuna porta rotta. In altre parole, qualcuno ha facilitato il loro ingresso qui”, ha aggiunto il leader del Partito dei Lavoratori.

La sicurezza del Planalto dipende sia dalla Guardia presidenziale, un battaglione dell’esercito, sia dagli agenti della Polizia militare di Brasilia, alcuni dei quali appaiono nei video mentre fraternizzano con gli assalitori. Guardando gli attacchi alle sedi del potere in televisione da San Paolo, dove si trovava, Lula si è lamentato dell’inazione delle forze armate e della loro incapacità di prevedere che la situazione sarebbe arrivata a questo punto.

“L’immagine che ho è quella di forze armate che sanno che il loro ruolo è definito dalla Costituzione. Le forze armate non sono il potere moderatore che credono di essere. Il loro ruolo è definito nella Costituzione ed è quello che voglio che facciano bene”, ha detto. L’attacco di domenica, violento e senza precedenti, si è concluso con l’arresto di quasi 1.800 persone, un terzo delle quali è stato rilasciato per motivi umanitari ma che subiranno comunque nel processo.

Il presidente ha anche assicurato di aver già avviato un processo di selezione del personale per rimuovere i sostenitori filo-bolsonari che lavorano alla presidenza.

Fonte: FarodiRoma

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