da Minuto Settantotto.

Certi equilibrismi ideologici ce li aspettavamo di sicuro ma, sinceramente, quello a cui abbiamo assistito nella ultime ore da parte di Lega e Federazione è riuscito comunque a sorprenderci.
Si parla ovviamente del gesto simbolico di inginocchiarsi prima delle partite di Euro 2020(+1). Le prese di posizione strampalate sono iniziate con il delirante discorso di Chiellini che nel prepartita di Italia-Austria aveva indicato la via. “Se la squadra avversaria dovesse farne richiesta ci inginocchieremo in solidarietà con loro. Altrimenti no, preferiamo fare operazioni contro il razzismo in futuro”. Non sia mai che la solidarietà la si dia, in modo incondizionato, a chi il razzismo lo vive sulla propria pelle ogni giorno, anche in Italia, anche con in tasca il passaporto di questa bellissima e civilissima repubblica.
Ma all’indomani della qualificazione del Belgio ai quarti (proprio contro gli azzurri) è arrivato il capolavoro a mezzo di una dichiarazione di un funzionario FIGC riportato dalla stampa: “Prima della sfida contro il Belgio ci inginocchieremo, ma per solidarietà a loro, non a BLM, iniziativa che non condividiamo”. Eccolo qua il centro della questione: secondo la Federazione supportare una campagna contro il razzismo è un gesto divisivo e politico, e la politica va tenuta fuori dal calcio. Inutile dire che non potremmo essere più in disaccordo di così con questa tesi, ma sicuramente non ci stupisce. Mai la Federazione ha avuto il coraggio di prendere posizione seriamente contro il razzismo, non sia mai che si possano toccare gli interessi elettorali di qualcuno! E infatti, in passato l’unica iniziativa portata avanti fu quella con i quadri con gli scimpanzé agghindati con i colori sociali di varie squadre. Una mossa talmente reazionaria da risultare quasi avanguardista.
Eppure in questa corsa a perdifiato a non centrare il punto della questione nemmeno per sbaglio si è distinta anche la Lega Calcio, che ha voluto utilizzare la rainbow flag come sfondo per tutti i suoi account social su twitter. Anzi no, tutti tranne uno: quello in lingua araba. Non sia mai che si possa far alzare il sopracciglio di qualcuno. Anzi no, nemmeno questo perché in un secondo momento le fotine in sostegno alla comunità LGBT+ sono sparite da tutti gli account, meno che quello italiano, che ieri c’era il Pride in molte città italiane e conveniva mostrarsi sul pezzo, perlomeno fino alla prossima puntata.

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