di Vito Nocera.

In questi giorni, scavando tra vecchie carte, mi sono capitate tra le mani le annate del quotidiano Lotta Continua tra il 1977 e il 1979.

Si dira' roba vecchia.

Eppure in quei tabloid con la testatina in rosso, conservati con cura, riposa quello che fu un fenomeno di straordinaria dirompenza e importanza.

Le " Lettere di Lotta Continua"

Il gruppo politico in quegli anni era gia' sciolto o quasi ma quella vasta area di giovani militanti si interrogo' pubblicamente per mesi con quelle lettere.

Un singolare e sofferto fenomeno dal basso.

Si intrecciano lì temi inediti e aspri.

Il femminismo nel suo contrasto con la tradizione operaia e dei servizi d'ordine.

Il terrorismo e la violenza unitamente alla disperazione esistenziale e alla droga.

I temi delicati della persona e dei diritti civili.

Il ripensamento - a tratti smarrito - rispetto alle troppe certezze praticate per anni.

Un vero e proprio romanzo scritto da una generazione politica e narrato in maniera spiazzante.

Ripubblicare quelle lettere sarebbe impossibile e forse anche inutile.

Ma il tentativo di un lavoro di interpretazione e rilettura di quella straordinaria autocoscienza di massa andrebbe fatto.

Ancor piu' ora che una nuova e inedita questione, quella di questa pandemia, investe in profondita' le giovani generazioni di oggi.

Ci pensero'.

Forse potrebbero farlo, e certo meglio di me, Adriano Sofri, Gad Lerner e Mimmo Pinto.

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