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di Isabella Rossi Imprecisioni, sviste, omissioni volontarie e involontarie. Sulle centinaia e centinaia di documenti che appartengono agli atti del processo la caccia all’errore è come la caccia in una riserva. Sotto l’occhio della lente dei difensori Luca Spaccini e Michele Titoli, l’operato della scientifica, ad un certo punto sprovvista di sovrascarpe perché si erano rotte, cancellando le impronte. Le impronte rilevate ma non identificate, per mancanza di minuzie, avrebbero potuto avere una rilevanza secondo la difesa. E quell’esclusione della pista albanese, proprio non va giù a Titoli e Gentili. D’altro canto chi meglio della donna delle pulizie avrebbe potuto sapere della cassaforte? E i turni di suo marito, proprio in quei giorni sono stati cambiati. E non fu lui a dare la notizia alla sorella del presunto soffocamento di Barbara tramite un cuscino, come da intercettazione ambientale, la sera del 25 maggio 2007? Per quanto riguarda il movente omicidiario dei ladri, Gentili paventa soluzione contrapposte. Barbara che, come da lei dichiarato, avrebbe difeso i figli con la sua vita, vede i ladri entrare in camera e gli si scaglia contro. Del resto dei ladri con il passamontagna, proprio nell’aprile 2007, avevano fatto visita ad una casa in zona limitrofa. Solo che in quella circostanza il proprietario era rimasto prudentemente nel suo letto. Oppure Barbara viene aggredita dai ladri, ma non urla per non svegliare i bambini, lasciando che rimangano dunque nella loro cameretta in attesa che gli estranei vadano a rovistare anche da loro? Più difficili diventano le argomentazioni della difesa nel tentativo di provare che Roberto non è un omicida lucido visto che tante, e troppe, sono state le sue dichiarazioni come falsi, in sostanza, i suoi movimenti. La descrizione della lite, ad esempio, nessun omicida avrebbe fornito tanti e tali particolari che hanno permesso di ricostruire la dinamica del litigio con la moglie fino a quei tre, sette minuti di soffocamento. Semina dubbi la difesa e ce la mette tutta. Quello che non riesce a fare è fornire una ricostruzione coerente e alternativa a quella data dall’accusa sugli eventi che riguardano quella tragica notte. Entro oggi la sentenza. Condividi