da Invictus.

Il corpo giaceva sul selciato, esanime. I proiettili avevano deturpato la sua figura. I gradi sulla divisa erano sporcati dal suo sangue. Nella tasca aveva il portafoglio. In quel portafoglio c’era tutta la sua vita: un santino e una tessera…la sua tessera da calciatore.
Clinton, USA. Clinton è una piccola città americana dello stato dell’Indiana. La città prende nome da un politico statunitense, un certo DeWitt Clinton. In quella lontana città, nasce l’8 agosto del 1917 Armando Frigo. Armando è figlio di Giovanni e Angelica, due italiani emigrati per cercar fortuna in America. Il soggiorno di Armando negli Usa dura poco. Nel 1925, la famiglia decide di tornare a casa, in Italia, a Vicenza.
Armando, in Italia, comincia a giocare a calcio. I primi calci li tira nelle giovanili della squadra vicentina. A 18 anni, arriva in prima squadra. Fa il suo esordio il 28 Aprile del 1935 in un Vicenza - Cremonese, partita valida per il campionato di Serie B. Frigo ha raggiunto il calcio dei grandi. È un centrocampista altruista dotato di una grande corsa. Non è un fuoriclasse, ma in campo la sua presenza si sente. È un calciatore tutto cuore e polmoni. È un giocatore di sacrificio. Al termine della stagione d’esordio di Frigo, il Vicenza retrocede in Terza Divisione. Armando diventa un pilastro della squadra. Dopo 4 anni a Vicenza, anni passati a macinare chilometri, arriva la chiamata dalla Serie A. Nell'estate del 1939, passa alla Fiorentina. Il suo esordio nella massima serie coincide con lo scoppio del secondo conflitto mondiale. La stagione 1939-1940 è un’annata poco felice per la Fiorentina. La “Viola” termina il campionato poco al di sopra della zona retrocessione. In compenso, vince la Coppa Italia, eliminando squadre della caratura di Juventus e Lazio. Armando si ritaglia 21 presenze. L’anno successivo la Fiorentina termina il campionato al quarto posto, ma il ruolo di Frigo è marginale: solo 10 presenze per l’italoamericano. Stagione 1941-1942. L’Italia è falcidiata dai bombardamenti alleati. Molti giocatori sono chiamati alle armi. Il campionato è condizionato. La Fiorentina conclude al nono posto, Frigo con 15 presenze. Nell'estate del 1942, Armando passa allo Spezia in Serie B. 6 presenze nella squadra ligure per l’italoamericano, prima della sospensione dei campionati per la guerra.
Armando spesso viaggia in treno. Torna a casa a Vicenza. In uno di quei viaggi, incontra un uomo. È un soldato, un reduce di guerra. È mutilato, ha perso una gamba in combattimento. Frigo, il centrocampista tutto cuore e polmoni, resta scosso, segnato da quell'uomo. Nel 1941, fa una scelta netta, decisa, figlia anche di quell'incontro: si arruola volontario nel regio esercito. Armando avrebbe potuto riparare in Svizzera ed evitare la guerra, avrebbe potuto chiedere l’esonero dal servizio militare in quanto atleta. Non approfitta di tali “privilegi”. Decide di combattere, di servire il suo Paese. Frequenta la scuola allievi ufficiali. Con il grado di sottotenente viene trasferito nella “Divisione fanteria Emilia” di stanza nel Governorato di Dalmazia.
8 settembre 1943. All'indomani dell’armistizio, Armando si trova ad organizzare la ritirata del suo reparto. Con un manipolo di 40 uomini è chiamato a difendere la strada tra Crkvice e Ledenice. Deve consentire ai soldati italiani di raggiungere la città di Niksic. Al comando di quegli uomini, il sottotenente Armando Frigo combatte, contro i tedeschi, con le unghie e con i denti. Il 9 ottobre del 1943, gli uomini di Frigo sono stremati, non hanno viveri e munizioni. Si consegnano ai nazisti. Al momento della resa, Frigo e gli altri ufficiali, si rifiutano di togliere le mostrine, i gradi. Decidono, contro il parere dei propri soldati, di sacrificarsi e di salvare il resto del gruppo. Nascondere i gradi avrebbe significato la fucilazione dell’intero gruppo. Armando decise di non farlo e di salvare i suoi uomini. Frigo e gli altri ufficiali furono processati e fucilati dai nazisti per tradimento.
Questa è la storia di Armando Frigo. È la storia di un ottimo centrocampista. È la storia di un calciatore di sacrificio, altruista. È la storia di un ufficiale dell’esercito italiano. È la storia di un uomo che si sacrificò per salvare altre vite. Nel suo portafoglio trovarono un santino della Madonna di Monte Berico e una tessera…la sua tessera di giocatore della Fiorentina….
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