ASSISI - Presso la Domus Pacis di Assisi si è svolto il convegno nazionale CNIS in collaborazione con Il Serafico di Assisi per fornire una panoramica aggiornata sui contributi della ricerca e delle sue applicazioni in ambito scolastico e in tutti gli altri contesti educativi. L’Istituto Serafico di Assisi, centro specializzato nella rieducazione dei ragazzi con disabilità plurime, ha integrato nei suoi protocolli diagnostici riabilitativi metodologie e strumenti specifici per la diagnosi la certificazione e il trattamento dei disturbi dell’apprendimento

Sabato 7 aprile 2018 — Si è appena concluso il 35° Congresso Nazionale del CNIS (Coordinamento Nazionale degli Insegnanti Specializzati) che, come ogni anno, ha voluto fornire a tutti gli operatori che lavorano nel settore scolastico, educativo e sociale, un quadro aggiornato dei contributi della Ricerca, della Psicologia dell’Apprendimento, delle Neuroscienze e delle sue applicazioni didattiche nella Scuola e negli altri contesti educativi.

Quest’anno il prestigioso evento si è svolto il 6 e 7 Aprile ad Assisi; ha avuto il patrocinio dell’Università di Perugia, dell’Ufficio Scolastico Regionale, della Regione Umbria e del Comune di Assisi ed è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto Serafico a 4 anni dal suo riconoscimento da parte della Regione Umbria quale centro per la diagnosi, la certificazione e il trattamento dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e primo centro umbro associato “Polo Apprendimento” con la direzione scientifica della Professoressa Daniela Lucangeli.

Il convegno ha visto impegnati circa 100 relatori e la partecipazione di oltre 300 operatori del settore; tante le voci a confronto nell’ambito delle professionalità chiamate a convegno: oltre alla prof.ssa Daniela Lucangeli, presidente CNIS e membro di commissioni scientifiche nazionali ed internazionali nell’ambito della psicologia dell’apprendimento, il prof Ernesto Burgio (Bruxelles), il prof. Renzo Vianello e Oscar Di Montigny manager della comunicazione e dell’innovazione.

Due giorni di lavori congressuali molto intensi articolati in letture magistrali, relazioni, sessioni parallele e tavola rotonda; sono state affrontate, analizzate e discusse tematiche attuali e molto diffuse, quali l’apprendimento in situazioni difficili, il potenziamento delle abilità, strategie e uso di strumenti di comunicazione alternativa e buone pratiche educative, neuroscienze e neurodidattica.

Il tutto nell’ottica di una riflessione ampia sui BES, i Bisogni Educativi Speciali manifestati da tutti quegli alunni che presentano difficoltà e che richiedono interventi individualizzati non obbligatoriamente supportati da una diagnosi medica e/o psicologica, ma comunque riferiti a situazioni di criticità tali da prefigurare un intervento mirato e personalizzato.

Gli operatori del Serafico impegnati nel settore dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, hanno presentato cinque relazioni; è stata l’opportunità per fare un primo bilancio dell’attività con quasi 400 trattamenti riabilitativi e 300 interventi educativi erogati nel solo 2017 con specifici elementi sul potenziamento della matematica, sulle strategie creative per la comprensione del testo scritto, sulle diverse metodologie dell’intervento logopedico, sui risultati di uno studio longitudinale condotto in una scuola dell’infanzia per la prevenzione dei disturbi specifici dell’apprendimento e sulle le problematiche dei disturbi del comportamento.

IL METODO E LE ATTIVITA’ DELL’ISTITUTO SERAFICO DI ASSISI  

Sotto l’aspetto medico, tra i metodi più conosciuti e qualificati in ambito DSA, apprezzati a livello nazionale ed internazionale, si inserisce proprio quello in uso presso l’Istituto Serafico di Assisi che lavora da oltre un secolo a stretto contatto con ragazzi con disabilità plurime. A seconda della tipologia di disturbo, che spesso è in associazione con altre patologie, esistono programmi che aiutano ad aumentare l’attenzione, la memoria o la rapidità nella lettura.

Il lavoro di équipe multidisciplinare, caratterizzata dalla presenza non solo dei clinici, ma anche degli insegnanti, ha consentito al Serafico risultati sorprendenti nell’ambito della prevenzione, della riabilitazione e soprattutto del potenziamento. Diversi gli strumenti messi in campo: ad esempio il tachistoscopio, che propone parole, sillabe o semplici frasi, inducendo il bambino ad incrementare il livello di attenzione e a costruire un lessico ortografico che gli permette una maggiore rapidità e correttezza nella lettura; il metodo fono-sillabico, che aiuta il bambino a riconoscere i grafemi, gli elementi che costituiscono la parola, per poi passare alle sillabe. Il tutto per identificare più facilmente il legame tra il simbolo grafico e il suono corrispondente. Oppure il trattamento sub-lessicale, che sollecita il riconoscimento automatico delle sillabe come unità.

“Se si opera in modo sinergico e con dei professionisti esperti, ha dichiarato Francesca Di Maolo, Presidente del Serafico, si può ottenere il meglio dalla “plasticità cerebrale” di un bambino, favorendo il potenziamento delle sue capacità cognitive. I traguardi più belli di questa nuova esperienza del Serafico restano quelli raggiunti dai bambini che ritrovano fiducia in se stessi e che scoprono i loro grandi talenti nascosti. Non dobbiamo cambiare i bambini, ma la scuola e il modo di insegnare, altrimenti continueranno a rimanere prigionieri del senso di fallimento e l’unica cosa che apprenderanno sarà l’impotenza.”

Sempre per contrastare le problematiche derivanti dalla scarsa informazione sui disturbi specifici dell’apprendimento il Serafico, ha da tempo editato “DSA. I disturbi specifici dell’apprendimento”, un quaderno (scaricabile online https://bit.ly/2lcftAw ) pensato per rispondere a docenti e genitori per comprendere cause, caratteristiche ed avere specifiche indicazioni su possibili terapie da intraprendere, che aiutino i bambini a convivere con questo disturbo.

“Chi soffre di DSA si sente spesso sottostimato, non adeguato e non all’altezza dei compagni di classe e ciò può causare problematiche di tipo comportamentale o emozionale che possono sfociare anche nell’abbandono scolastico- segnala il Prof. Sandro Elisei, Direttore Sanitario del Serafico, che aggiunge - I bambini coinvolti da questi specifici disturbi fanno un grande sforzo per mantenere il passo con il resto della classe, pur essendo dotati di uguale vivacità intellettiva e volontà”.

Il convegno e le 10 sessioni parallele hanno messo in evidenza che attraverso l’attività educativa si può ottimizzare al massimo la “plasticità cerebrale” di un bambino, a condizione che siano applicate da operatori competenti, con metodologie di intervento rigorose e validate scientificamente e con strumenti e tecnologie adeguate

I risultati migliori, come dimostrano i dati della ricerca scientifica, sono raggiungibili attraverso l’intervento precoce, anche nelle situazioni di eventuale disabilità (linguaggio, apprendimento, sviluppo cognitivo etc.). Gli esperti inoltre concordano nel ritenere che le azioni di prevenzione ed intervento vanno realizzate in modo integrato fra tutte le figure che hanno in carico il bambino: a partire dai pediatri nei primi mesi di vita, dalla famiglia, la scuola, gli operatori.

Infine, forse il ’’messaggio’’ più importante che il convegno ha lasciato è che non solo il diritto all'educazione è la premessa fondamentale per lo sviluppo della persona, ma è anche lo strumento più valido per combattere povertà, emarginazione e sfruttamento 

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