“Piccolo principe guerriero” e divinità etrusca esposti a Perugia e Spoleto
PERUGIA - Per la prima volta due musei del Polo museale dell’Umbria hanno realizzato un’esposizione in sinergia. Resterà aperta fino a domenica 1 ottobre la mostra “Umbri, Etruschi, un fiume”, allestita contemporaneamente a Perugia, al Museo archeologico nazionale dell’Umbria e al Museo archeologico nazionale di Spoleto. Ideata da Luana Cenciaioli, direttrice del MANU, e Maria Angela Turchetti, direttrice del museo spoletino, propone a Perugia reperti umbri del VII sec.a.C. ritrovati a Spoleto in piazza d’Armi, e appartenenti alle cosiddette tomba n. 17, detta anche del “piccolo principe guerriero” (databile alla seconda metà del VII sec. a. C. e appartenente ad un bambino di circa un anno che aveva, tra l’altro, un corredo composto da una coppia di dischi-corazza in bronzo, un pugnale a stami in ferro con anelli di sospensione in avorio, due piccole punte di lancia in ferro, borchiette in bronzo, perline in osso e ambra, cuffietta decorata), e n. 14, detta anche “tomba del sovrano” (coperchio di vaso d’impasto, con presa plastica zoomorfa quadrupede bicefala).
Caratteristica la ricostruzione di oinochoe d’impasto a lungo becco (brocca per versare il vino nelle tazze) con coperchio sormontato da un cavallo e decorazione a foglia di stagno. Sui tre beccucci del corpo sono applicati elementi plastici raffiguranti volatili.
A Spoleto si possono, invece, vedere bronzetti votivi etruschi e un’importante statuetta in terracotta risalente al I secolo a. C., alta circa 60 cm., e scoperta nelle vicinanze di Compresso Vecchio nel 1773. Raffigura una divinità seduta con elaborati calzari e vestita da pelle animale. Secondo alcuni studiosi dovrebbe trattarsi di un “lare” (divinità mitologica venerata nel culto privato presso il focolare domestico con il compito di vigilare sulla casa e sulla proprietà). In tempi più recenti è prevalsa l’ipotesi che il simulacro rappresenti Ercole che indossa una pelle di leone. Il valentissimo artista che l’ha realizzata ha apposto sulla base la propria firma in latino: C. RUFIUS S. (sigillator) FINXIT, ovvero “Caio Rufio scultore plasmò”.

Recent comments
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago