Domenica apre la mostra di Bruno Belloni a San Gemini
SAN GEMINI – Si inaugurerà sabato prossimo 9 aprile, alle ore 18, la mostra di Bruno Belloni che sarà visitabile allo Studio Watt di San Gemini (Vicolo Gemine Astolfi 2) fino al 30 aprile, ogni sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18 (nel fine settimana di Pasqua rimarrà chiusa).
Bruno Belloni in questa mostra espone delle opera recenti di piccolo formato 40x25 per l’esattezza. In generale la materia principale usata è la juta che trova in giro. In questo caso l’uso di questa materia è proporzionata alla superficie dell’opera. Angelo Bossi, dell’associazione FRAM, afferma che l’uso della juta è in ricordo dello jutificio Centurini di Terni e della sua importanza nel periodo della ricostruzione della città e il rispetto delle donne che vi hanno lavorato. Nelle opere più grandi si possono vedere i dettagli di questi sacchi (il Paese di origine). Questi sacchi di juta li ricordo bene, essendo nato in Venezuela, che i chicchi di caffè appena sgusciati, ancora verdi, venivano messi in questi sacchi e partivano per le destinazioni finali.
“Nel catalogo della mostra di Bruno Belloni, intitolata: La Storia Dimenticata, che si è tenuta presso l’Accademia Rousseau di Terni e curata da Franco Profili, posso dire – scrive il gallerista - che ho lo stesso pensiero. Bruno Belloni è nato e vive a Capitone di Narni, dove il vivere quotidiano è scandito dal tempo, nei modi e nei comportamenti che nei grandi centri ormai non si riconosce più. Dove si può barattare la potatura di un paio di piante con un cavolfiore e poche mele di quelle che i negozi in città non vorrebbero nei propri scafali.
Nel momento in cui Bruno Belloni ha deciso di fare della propria passione, la pittura, il mezzo di confronto e dialogo con il mondo esterno, si è ritrovato nella posizione di chi ha il privilegio di poter guardare da lontano i problemi, le angosce e lo stress che riempiono gran parte delle giornate degli artisti. In questi lavori recenti, Bruno Belloni, è riuscito a concentrare e tradurre in pittura il suo pensiero: i colori e i materiali poveri usati, dandogli una seconda vita.
E’ per questo che espongo con piacere le sue e il messaggio che esse contengono”.

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